Lo schiaffo della piazza a Orlando |a una manciata di mesi dal voto - Live Sicilia

Lo schiaffo della piazza a Orlando |a una manciata di mesi dal voto

In piazza a Palermo un pezzo trasversale di città. E anche brutti eccessi. Ora tocca al sindaco la prossima mossa.

La manifestazione
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PALERMO – Piaccia o meno, una manifestazione di piazza tanto imponente e affollata, e per certi versi trasversale, come quella andata in scena oggi contro la Ztl, a Palermo non è cosa di tutti i giorni. C’era un pezzo di città oggi sull’arteria principale del capoluogo. Un pezzo importante di un elettorato che in passato con ogni probabilità è stato vicino a Leoluca Orlando  – in quella parte di città il sindaco fece il pieno di voti quattro anni fa – e che oggi ha gridato in modo inequivocabile la sua rabbia, la sua delusione, il suo voltare le spalle al sindaco e alla sua idea di città. E lo ha fatto in qualche sua componente anche con censurabili eccessi, dai cartelli divelti alla tensione con i commercianti “rei” di tenere le saracinesche aperte: brutte scene.

A sfilare è stato un magma variegato, almeno un migliaio di persone, forse più: la commessa accanto al commerciante, tutti nella stessa barca. Il farmacista cammina accanto al piccolo commerciante del Capo, c’è l’indiano, il cinese, gli immigrati che hanno messo su la loro attività commerciale in una città in cui l’accoglienza non fa troppo rumore ma si tocca con mano. Ci sono le teste calde e non mancano i momenti di tensione con i commercianti che lasciano le saracinesche aperte e i cori sopra le righe. C’è un popolo assai variegato, insomma, a gridare contro Orlando (ma non si salva nemmeno il governo Crocetta nelle proteste). E c’è da immaginare che a un sindaco che è politico di razza non sfuggirà la portata della manifestazione di oggi, che pur con i suoi eccessi non è sembrata un corteo come un altro. Quella bara che ha fatto irruzione tra i manifestanti riporta alla memoria altre inquietanti bare in altri tristi tempi, figlie della disperazione e di una pericolosa disillusione.

Certo è arduo immaginare ormai altri passi indietro sul provvedimento della discordia, che non ci saranno. Ma se il sindaco vuole giocarsi le sue carte per la rielezione (che oggi appare di sicuro meno scontata), bisognerà ricostruire un difficile rapporto con un pezzo di città che ha sfilato oggi in centro. E che cova un malessere che non è certo solo figlio della Ztl o delle politiche di Orlando. Bisognerà far sentire quel pezzo di città, che è fatto di un miscuglio di centro e di borgate, di borghesia e di popolo, non dimenticato. Come farlo? Toccherà alla giunta inventarsi qualcosa. Perché sì, è di certo vero che c’è un altro pezzo di Palermo, probabilmente un grande pezzo, a cui la Ztl va più che bene, perché sa d’Europa, di Paese “normale” e di futuro con meno auto e più mezzi pubblici. Ma la bilancia tra gli effetti del provvedimento nella vita quotidiana di quei due pezzi di città oggi appare incomparabile. Un politico scafato come l’inquilino di Palazzo delle Aquile questo lo sa. E forse dovrà tenerlo in conto. A meno che, come potrebbe sembrare dai primi segnali, la strategia di Palazzo delle Aquile non sarà quella di liquidare tutta la manifestazione di oggi come una sorta di fiera del sopruso imbastita contro le magnifiche sorti e progressive della Felicissima Città. Funzionerà? Lo capiremo tra qualche mese.


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