Cavalli, amianto e corse clandestine |Stalle abusive all'Antico Corso - Live Sicilia

Cavalli, amianto e corse clandestine |Stalle abusive all’Antico Corso

Per gli investigatori non ci sono dubbi: le stalle sono destinate ad ospitare i cavalli da corsa e al giro di scommesse clandestine. (Foto di Dario Azzaro)

illegalità diffusa
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Le stalle con i tetti di eternit alle spalle dello Spedalieri (foto di Dario Azzaro)

CATANIA – Catapecchie con i tetti di eternit adibite a stalle abusive per ospitare cavalli. Un muso fa capolino da un rudere nascosto tra via Torre del Vescovo e via Pozzo Rotondo a pochi passi dal presidio ospedaliero Santo Bambino e il Bastione degli Infetti e alle spalle del Liceo Classico Nicola Spedalieri. Non sorprende la presenza di cavalli nella zona del quadrilatero dell'”Arrusti e Mangia” equino. A ridosso della stalla improvvisata c’è, forse non a caso, una macelleria.

Per gli investigatori le cose sono chiarissime. Non esistono stalle a Catania in cui i cavalli non siano destinati alle corse clandestine.

La macellazione – per le forze dell’ordine – è solo un effetto collaterale. Il cavallo si azzoppa, non può correre più e quindi viene destinato alla vendita al dettaglio. E all’irrinunciabile panino (per i catanesi) con la carne cotta sulla brace.

L’Antico Corso, “U Cursu”, sarebbe rimasto ancorato al giro di corse clandestine e quindi ai soldi delle scommesse. Gli investigatori molte volte hanno accertato il sistema: solitamente il proprietario del cavallo fa riferimento a un gruppo criminale, anche se non è organico al clan. E poi si scatenano le scommesse che portano introiti anche indirettamente a organizzazioni malavitose. I Ceusi a Picanello ad esempio, i Cursoti se parliamo dell’Antico Corso. Questi clan compaiono in diverse indagini sulle corse clandestine.

Sono diverse le operazioni di polizia che hanno portato a sequestri e anche a interruzioni di corse clandestine sull’Etna, a San Cristoforo e con sfacciataggine anche alla Circonvallazione in pieno giorno. In quest’ultimo caso i fantini provenivano da Picanello. Nella competizione bloccata sul vulcano addirittura uno dei fermati aveva confessato alla polizia che aveva puntato 5 mila euro sulla vittoria di suo figlio, uno dei fantini.

Il tetto di eternit (foto di Dario Azzaro)

Un giro di soldi illegale, che porta potere finanziario ed economico alle consorterie criminali. Ma anche un circuito che innesta quell’illegalità diffusa che a Catania sembra veramente difficile annientare con le stalle abusive, le corse non autorizzate, le scommesse clandestine. In ultimo, ma non per importanza, anche la garanzia della salubrità della carne venduta sui banchi delle macellerie. Senza dimenticare ai tetti di eternit alle spalle di un istituto superiore.


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