Processo Cimò, la difesa: |"Incompletezza nelle indagini" - Live Sicilia

Processo Cimò, la difesa: |”Incompletezza nelle indagini”

L'avvocato Giuseppe Rapisarda completerà il 10 febbraio. Salvatore Di Grazia è accusato di omicidio e occultamento di cadavere.

CATANIA – Una fredda analisi dei fatti per smontare l’apparato accusatorio che ha portato Salvatore Di Grazia ad essere processato per l’omicidio di Mariella Cimò, l’anziana moglie scomparsa nell’agosto del 2011. L’avvocato Giuseppe Rapisarda ha parlato per tre ore davanti alla Corte d’Assise presieduta da Rosario Cuteri criticando diversi aspetti di quella che la difesa ritiene “un’indagine incompleta”. Un’inchiesta che però nella fase cautelare è stata confermata anche dalla Suprema Corte.

L’avvocato punta in prima battuta, supportato da diversi orientamenti della Cassazione, all’accertamento e alla prova dell’evento morte, trattandosi di un processo senza cadavere. La difesa ha ribadito alla Corte che non c’è un’analisi biologica e scientifica che lo attesti e ha evidenziato le lacunose indagini volte ad accertare il decesso di Mariella Cimò. Il difensore sottolinea che si è battuta solo una strada: quella dell’omicidio senza ricercare altre strade alternative. Quando invece si sarebbero dovute vagliare – ha ribadito – tutte le ipotesi e una volta escluse, e solo in quel momento, chiudere il campo.

L’avvocato Rapisarda – in questa prima parte dell’arringa che proseguirà il 10 febbraio – si è concentrato ad analizza i primi 6  dei 45 indizi dell’accusa. Il movente (la lite per le relazioni extraconiugali del Di Grazia e la richiesta di chiusura dell’autolavaggio, luogo degli incontri intimi) per la difesa non può confluire negli indizi, così come l’alibi che può essere considerato tale solo se è falso e depista le indagini. “La giurisprudenza è pacifica su questo aspetto” – ha evidenziato Rapisarda. Di Grazia, che ha denunciato dieci giorni dopo, avrebbe avuto tutto il tempo di simulare una fuga della moglie. Ma questo non sarebbe accaduto, secondo la tesi difensiva. Torna la tesi alternativa dell’allontanamento volontario, la difesa ha citato le testimonianze dei medici che parlano di una Mariella Cimò in perfette condizioni di salute. Le indagini invece – ha rimarcato Rapisarda durante l’arringa – portano una sola chiave di lettura di tutta la vicenda. L’avvocato, inoltre, ha portato alcuni frame tratti dai famosi video delle telecamere dei vicini di casa dei coniugi Di Grazia, in una zona di campagna di San Giovanni Galermo. La sera del 24 agosto si vedono dei transiti di autovetture. Rapisarda ha sollevato degli interrogativi, che saranno approfonditi nella prossima udienza. Il 17 febbraio la Corte d’Assise potrebbe entrare in camera di consiglio per la sentenza. Il pm Angelo Busacca ha chiesto per Salvatore Di Grazia la condanna all’ergastolo.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI