Caro ministro Alfano, scenda a terra | non tutti gli scandali sono necessari - Live Sicilia

Caro ministro Alfano, scenda a terra | non tutti gli scandali sono necessari

Lettera ad Angelino. Sui voli di Stato e non solo...

Caro Ministro Alfano,

Abbiamo letto la sua replica sulla questione dei voli di Stato, dopo che un’inchiesta di ‘Repubblica’ ha tracciato il diagramma dei suoi viaggi. E su qualcosa concordiamo: l’avrebbe mai detto? Lei ha affermato: “Si tratta di una polemica provinciale tipica di una certa modalità di fare giornalismo e informazione. Scherzare sulle misure di sicurezza è un’operazione sempre a rischio” .

Siamo certamente d’accordo sulla protezione dovuta alle personalità pubbliche, in tempi tanto difficili. Oltretutto, quelle personalità sono persone con legami familiari e affettivi. Nessun populismo, oggi, potrebbe giustificare una lacrima, domani.

Ed è, purtroppo, vero: monta un’ondata populista che sta travolgendo i paletti di ogni senso comune. La mistica pentastellata vorrebbe il presidente della Repubblica in bicicletta, il premier in monopattino, il presidente del Senato, da solo, alla pensione Mariuccia, in spregio alle necessità di tutela. Sarà anche colpa di certi eccessi da satrapi, più che da governanti?

I voli di Stato, dunque. Secondo ‘La Repubblica’, lei, Ministro, è il primatista dell’aereo blu: “Ad Angelino Alfano spetta di diritto il titolo di frequent flyer istituzionale: è in cima alla classifica dei ministri. Da agosto a oggi il ministro degli Esteri si è imbarcato 68 volte sugli aerei messi a disposizione dalla presidenza del Consiglio. Nessuno come lui”. Nell’agenda, spunterebbero esempi a vario titolo: una partecipazione alla Festa dell’Unità, il ritorno a casa, un funerale e qualche festa di terz’ordine. Tutti eventi istituzionali? In mezzo non ci saranno stati i comizietti, le strusciatine con qualche capocorrente locale, cosucce strettamente personali e altre amenità? Tutto giusto e legittimo, ma perché a spese nostre?

Ecco, il punto, Caro Ministro, è proprio la misura. Lei, sicuramente, berrà qualche caffè al bar, girerà per le strade, incontrerà tanta disperazione, soprattutto nella sua Sicilia, avrà una certa cognizione delle realtà che le scorre sotto il naso, mentre vola nell’alto dei cieli. Non le viene in mente che sarebbe opportuno, talvolta, offrire un gesto di vicinanza e comprensione, da persona oggettivamente privilegiata, a chi, invece, nulla tiene e tutto spera?

Non è così difficile. Basterebbe qualche spostamento in meno, per limitare la spesa dei costosi e dovuti voli di Stato. Basterebbe, in generale, far combaciare il profilo istituzionale con la più totale sobrietà. E qualcuno vi percepirebbe – Lei come gli altri – ad una altezza finalmente umana. E qualcuno vi stimerebbe di più. Altro che provincialismo.

Pure sulle note questioni familiari per cui il suo cognome è finito spesso sui giornali ci vorrebbe, forse, una maggiore chiarezza.

Dando per certo e per scontato che sia sempre tutto lecito, anzi, cristallino – il fratello con super stipendio alle Poste, altri familiari sparsi un po’ qui e un po’ lì, in organigrammi di rilievo – perché non compiere un’operazione-verità e dimostrare che nessuno, solo in forza di un cognome, è stato sollevato a certe altezze, con curriculum e circostanze alla mano? Il sospetto – si sa – è l’anticamera del populismo davanti a certe circostanze fortuite, specie se reiterate. Oppure, dire: se qualcuno ha favorito un mio parente, pensando di fare un piacere a me, a mia insaputa, bé, si è sbagliato: era, invece, un dispiacere e un danno alla mia comunità.

In diverse occasioni, Ministro, noi abbiamo scritto delle sue storie e delle sue cronache, con uno spirito severo e puntuto, perché Lei è un personaggio pubblico con gli onori e gli oneri del caso.

Adesso, le scriviamo, col peso di una disperazione tutta siciliana, come coloro che bevono il caffè immancabilmente amaro, dal lato bollente della tazzina. E ci permettiamo un suggerimento: scenda un po’ a terra. Per una volta, se le riesce, guardi il mondo con gli occhi di tutti.

 

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