TRAPANI – Niente è impossibile, con la forza della volontà. Neppure se hai da scalare una montagna e ti ritrovi con un piede oltre il confine della speranza, facendo i conti una retrocessione già annunciata e con le critiche (più o meno giustificate) di chi ha espresso condanne con incauto anticipo. E invece c’è il campo, che così tanto ti ha tolto nella prima parte di stagione e che adesso sta doverosamente restituendo, riconoscendo un lavoro silenzioso, sotto traccia, segnato anche da scelte dolorose e, in taluni casi, impopolari. Il Trapani che si affaccia agli ultimi due mesi di un campionato non certo scevro di emozioni si porta dietro il coraggio e le cicatrici di quelle cadute puntualmente seguite dalla capacità di rialzarsi. Il bello del calcio, d’altronde, è anche questo.
Diciannove punti in undici partite a segnare lo start di una rincorsa entusiasmante. La città riscopre la passione per il granata, la squadra acquisisce fiducia e convinzione nei propri mezzi, i risultati arrivano con puntualità. L’incantesimo, finalmente, sembra essersi spezzato. Una risalita graduale, partita da lontano. Anzi, da lontanissimo: al termine del girone d’andata, guai a dimenticarlo, il Trapani si trovava in fondo al gruppo con ben sette punti di ritardo rispetto alla penultima posizione e addirittura 10 dalla zona salvezza. Un abisso. In situazioni del genere, spesso la scelta ricade sulla programmazione di una dignitosa caduta con un occhio già rivolto a una realtà diversa con cui dovere fare i conti. Nel silenzio di via Orlandini, invece, si è deciso di credere nel miracolo: decisione che sta pagando.
Ritrovarsi al terzultimo posto a dieci gare dalla fine, con una lunghezza di ritardo dai play out e due dalle posizioni che garantiscono la riconferma in B è già di suo un piccolo grande capolavoro. A Benevento la squadra di Calori ha ottenuto quello che si può considerare il successo della maturità: sagacia tattica, temperamento, equilibrio tra i reparti e qualità dei singoli che si fondono in un mix vincente. Un Trapani trascinato da Igor Coronado: il brasiliano si è caricato la squadra sulle spalle nel momento più importante della stagione, con prove di qualità e gol pesanti. Media di un centro ogni 90′ nelle ultime cinque gare e doppia cifra raggiunta. Ora è il momento di spingere ulteriormente sull’acceleratore. Sabato al “Provinciale” arriva il Verona. Dopo aver messo in ginocchio Bari e Benevento, i granata non intendono fermarsi.
