Il brutale omicidio di Giordana |Il consulente: "Priolo era lucido" - Live Sicilia

Il brutale omicidio di Giordana |Il consulente: “Priolo era lucido”

Un altro capitolo del processo sul delitto della giovane mamma. Nella prossima udienza la discussione delle parti.

La perizia psichiatrica
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CATANIA – E’ in grado di intendere e volere Luca Priolo. Quel maledetto 6 ottobre 2015 il 26enne “era lucido e aveva pianificato” di uccidere. Un piano di sangue messo in pratica “quando arriva il no di Giordana” alla richiesta di ritirare la querela per stalking. E’ questo in estrema sintesi il profilo a cui giungono i due consulenti nominati dal Gup di Catania, Rosa Alba Recupido, lo psichiatra Gaetano Siselli e la psicologa Federica Di Fazio nell’ambito del processo per l’omicidio di Giordana Di Stefano, uccisa con oltre 40 coltellate l’autunno del 2015. Luca e la giovane avevano una bambina: la piccola non porta più il cognome di Priolo, ma “quello della madre”.

Per i periti in Luca Priolo “non si ravvisano elementi di piscopatologia – si legge in un’agenzia Ansa – che possono avere scemato la sua capacità di intendere o di volere, né prima, né durante, né dopo l’evento delittuoso”. Insomma l’imputato “mostra la capacità di partecipare coscientemente al processo” e “non ha una pericolosità sociale connessa a patologia psichiatrica”. La consulenza è stata disposta dopo che la Gup ha accolto la richiesta avanzata dall’ex avvocato della difesa (quello attuale è Dario Riccioli, ndr) di procedere con il processo abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica dell’imputato.

L’udienza di oggi è durata tre ore. Il consulente ha sviscerato ogni elemento della perizia pschiatrica durante l’esame di oggi. Sull’ipotesi di assenza di volontà di pochi minuti mentre accoltellava brutalmente Giordana il consulente scrive che: “non c’è stato in quel momento né un obnubilamento della coscienza, né un deficit di memoria”. Insomma piena lucidità sia prima che dopo l’omicidio. Prima si porta il coltello dietro e dopo prepara la valigia con ogni effetto personale, va a Messina per prendere il treno diretto a Milano dove sarà arrestato.

Luca Priolo non era presente in aula oggi. L’imputato, che dopo l’arresto a Milano ha confessato il delitto, però ha sempre negato di avere agito con premeditazione, aggravante invece accolto dal Gip sin dal primo momento dell’inchiesta dei carabinieri coordinata dal pm Alessandro Sorrentino.

Il perito nominato dal difensore Dario Riccioli è il professore Aguglia. “Dal mio punto di vista nella valutazione della capacità di intendere e di volere di Priolo i periti hanno preso spunto dagli atti processuali – afferma Riccioli a LiveSiciliaCatania – ma hanno omesso di considerare tutta una serie di atti che avrebbero in qualche modo determinato una visione diversa rispetto alle conclusioni a cui sono giunti. E’ emerso altresì che i periti nominati dal Gup non hanno apprezzato quelle che erano state le conclusioni del professor Aguglia in ordine alla condizione emotiva a cui era sottoposto Priolo nel momento dell’evento omicidiario pertanto non siamo stati in grado di interloquire con loro su questa cognizione emotiva proprio perché non era stata presa in considerazione. Certamente ieri nel corso del controesame abbiamo ottenuto argomenti ed elementi che ci saranno utili per l’appello”.

Anche le parti civili hanno nominato dei consulenti di parte. La sorella e la figlia di Giordana Di Stefano, assistiti dall’avvocato Ignazio Danzuso, si sono avvalsi dei periti Maria Costanzo e Giuseppe Catalfo, mentre il centro antiviolenza Galatea, rappresentato dalla penalista Mirella Viscuso, ha scelto il perito Francesco Spadaro.

La prossima udienza è fissata per il 9 maggio, il Gup ha previsto la discussione di tutte le parti: accusa, parti civili e difesa.

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