La città dei posteggiatori abusivi | Perché rimangono impuniti - Live Sicilia

La città dei posteggiatori abusivi | Perché rimangono impuniti

Un esercito. Una calamità. Ma non ci sono rimedi per fermarli, se non in casi rari. I dati.

PALERMO– Sono un esercito che occupa la città, chiedono soldi e quando non ne ricevono possono diventare aggressivi, minacciando fisicamente chi non paga. I posteggiatori abusivi sono al centro dei pensieri di tanti e ognuno ha la propria soluzione per risolvere il problema, ma deve scontrarsi con una semplice evidenza: nella maggior parte dei casi l’unica cosa che si può fare è multare chi svolge questa attività illecita, una misura che non serve a nulla, se il posteggiatore è nullatenente. Per questo il ministero degli Interni sta pensando a misure per impedire gli abusivi di tornare alla propria attività dopo essere stati sanzionati.

Il caso più recente a Palermo risale ai primi di aprile. Un posteggiatore è stato arrestato per aver chiesto in modo minaccioso dei soldi a un automobilista e avergli poi distrutto il finestrino dell’auto. Per questo l’uomo, dopo una breve fuga, è stato denunciato per tentata estorsione. Ma l’arresto non è frequente per chi svolge l’attività di parcheggiatore abusivo, dato che, in assenza della denuncia di estorsione, l’unica misura che si può adottare è una sanzione amministrativa. La polizia municipale di Palermo ha un nucleo che si dedica solo a multare gli abusivi: “Facciamo più di quattrocento multe all’anno, tutte sulla base dell’articolo 7 del codice della strada” dice Salvatore Romano, dell’ufficio relazioni istituzionali della polizia municipale. La legge cita esplicitamente la professione abusiva di parcheggiatore e prevede il pagamento di una somma da 765 a poco più di tremila euro, che raddoppiano nel caso vengano coinvolti dei minorenni.

Oltre alla sanzione è prevista poi la confisca delle somme percepite con l’attività illecita, ma i parcheggiatori di Palermo hanno imparato a eludere questa misura: “Hanno corretto il tiro e nascondono gli incassi – dice Salvatore Romano – quando li multiamo non troviamo più nulla da sequestrare”. In più i parcheggiatori abusivi risultano spesso nullatenenti e non pagano le multe che agenti di polizia e carabinieri distribuiscono a cadenza continua: l’ultimo blitz, sabato scorso, ha portato all’emissione di 36 multe per quasi 28 mila euro, che molto difficilmente entreranno nelle casse del Comune. Cosa succede allora? In teoria, la legge prevede una procedura di recupero del credito che passa dal sequestro dei beni immobili. Ma sequestrare immobili a chi si dichiara nullatenente è impossibile, e così succede che i multati tornino tranquillamente per le strade a svolgere la stessa attività, senza che nulla li possa dissuadere.

L’inefficacia delle misure amministrative ha spinto i comuni a cercare nuovi deterrenti per il fenomeno, e i candidati sindaci a proporre la propria ricetta per risolverlo. Si va dall’idea di regolarizzare del tutto i parcheggiatori, munendoli di patentino, alla proposta di dare fino a tre anni di carcere a chi esercita la professione abusiva di posteggiatore. Un’ulteriore misura allo studio del ministero degli interni è l’ordine di allontanamento urbano, una sorta di DASPO per parcheggiatori. In maniera analoga a quello che succede negli stadi il provvedimento, disposto dal sindaco, vieterebbe agli abusivi l’accesso a determinate zone della città, impedendogli di radicarsi troppo sul territorio.

 

 

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