Catania e la corsa al consiglio| "Test sulle cose che ho fatto" - Live Sicilia

Catania e la corsa al consiglio| “Test sulle cose che ho fatto”

L'assessore si candida in coppia con la Evola: "Gli alleati? Non tutti mi piacciono".

Palermo 2017
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PALERMO – Il tram, 140 mila metri quadrati di pedonalizzazioni, la Ztl, 3 mila nuove cittadinanze. “Questa campagna elettorale sarà un test importante per conoscere il consenso dei palermitani sulle cose che ho fatto”. Parola di Giusto Catania, assessore alla Mobilità e alla Partecipazione della giunta Orlando, che ha deciso di candidarsi al prossimo consiglio comunale insieme alla collega Barbara Evola nella lista “Sinistra Comune”.

I due esponenti della squadra di governo (gli unici a essere in corsa per Sala delle Lapidi) presenteranno in conferenza stampa le ragioni della candidatura, ma intanto domani alle 18, al cinema Rouge et Noir, saranno tra i protagonisti della presentazione della lista che vedrà la partecipazione del sindaco Orlando e del regista Moni Ovadia. “A dimostrazione che questa lista è un esperimento di valore nazionale – dice Catania – qui a Palermo la sinistra è unita e compatta, contrariamente al resto d’Italia, e proprio dalla nostra città parte un percorso che coinvolge associazioni, sindacati, mondo del volontariato, facce nuove ed esperienze consolidate. Non una semplice aggregazione per superare lo sbarramento, ma un progetto concreto a cui lavoro da anni e a cui non posso sottrarmi”.

Ma questa campagna elettorale sarà per Catania anche un modo per misurare il consenso sulla sua attività da assessore, Ztl in primis. “Sarà un test sulle cose che ho fatto – spiega – sono soddisfatto del mio lavoro di questi cinque anni, grazie alla collaborazione dei colleghi e a un sindaco che mi ha dato grande libertà di manovra dentro una visione condivisa della città. Penso alla Ztl, che è un grande successo e grazie alla quale avremo la nuova edizione del festival dello street food in via Roma. Oggi si respira meglio e i tempi di spostamento sono più rapidi, grazie anche alla pedonalizzazione in via Maqueda e al Cassaro alto: oggi tutti passeggiano dal Massimo alla Cattedrale, ma tre anni era impossibile. Penso anche anche all’attivazione di strumenti di partecipazione che erano sconosciuti, all’anagrafe on line, al nuovo sito del Comune realizzato in house, alle politiche interculturali e ai processi di integrazione con il mio contributo alla Carta di Palermo e alla Consulta delle culture, ai 3 mila nuovi cittadini italiani contro gli appena 600 registrati tra il 1992 e il 2012, al registro delle unioni civili tre anni istituito prima che diventasse legge dello Stato, al più grande piano di pedonalizzazioni della storia di Palermo, ai 37 chilometri di piste ciclabili, al car shargin e al bike sharing, all’affidamento del tram all’Amat, alla riduzione dei tempi di attesa alle fermate”.

Un bilancio che Catania guarda in positivo, ma che – assicura – non può considerarsi chiuso. “Ritengo di aver fatto un buon lavoro – dice l’assessore – ma questo è solo un inizio. Si può fare di più e meglio sulle piste ciclabili, sulle pedonalizzazioni, sul diritto alla casa, sulla gestione del patrimonio, del personale comunale, sulla partecipazione, sulla fruizione degli impianti sportivi e su tanto altro, ma io intanto mi candido per difendere queste conquiste. Vorrei evitare che si riapra via Maqueda al traffico o che il Massimo torni a essere un parcheggio all’aperto. Abbiamo davanti a noi nuove sfide, penso al lungomare di Sferracavallo e Mondello, al completamento dell’acquisto dei nuovi autobus, alle nuove linee del tram. Dobbiamo difendere la città dal ritorno al passato, da quelli che abbiamo già conosciuto o dagli inesperti che stiamo vedendo all’opera in altre città. Mi spendo perché dobbiamo dare il massimo per riconfermare Orlando, per me e Barbara Evola è un dovere”.

Non è un mistero, però, che la coalizione a sostegno del Professore sia diventata molto eterogenea, scatenando anche qualche mal di pancia a sinistra. “Orlando ha detto che con questa campagna elettorale iniziano le primarie per il 2022 – continua Catania – per questo il voto a Sinistra Comune è un voto utile per controbilanciare alleati dell’ultima ora. Il quadro politico che si è delineato è da un lato chiaro, ma dall’altro presente delle ambiguità. Da un lato ci sono quelli che hanno fatto fallire Amia e Gesip, che hanno gestito a Palermo e in Sicilia il potere in modo spregiudicato, condannati per mafia come Cuffaro, alleati con personaggi ambiziosi che cambiano partito ogni anno. Certo, non tutti i nostri alleati mi vanno a genio: non mi piacciono quelli che fino a ieri sono stati all’opposizione, che quando pedonalizzavamo via Maqueda protestavano, che inveivano contro la Ztl ma che ora sono pronti a tagliare il nastro dello street food in via Roma. Non li considero alleati, ma aggregati. Ovviamente ci sono degli elementi di garanzia: in primis Orlando che non si farà dettare la linea da alleati dell’ultimo minuto, ma anche la continuità nelle scelte strategiche del programma. Il problema sarà per chi era all’opposizione e oggi deve spiegare perché ha cambiato idea”.

E infine anche un annuncio: le dimissioni da presidente della commissione elettorale comunale. “Non c’è incompatibilità per legge, ma è una scelta legata all’opportunità: non si può essere al tempo stesso candidato e sovrintendere la macchina elettorale. Questa campagna deve avere un obiettivo: attuare la carta di Palermo, rendere la città più accogliente e interculturale in controtendenza rispetto a quanto avviene nel mondo, ascoltando il messaggio di Papa Francesco che io da non credente accolgo e qualche cattolico invece fa finta di non sentire. Ovviamente questo non fermerà il mio lavoro da assessore: la riapertura del cimitero dei Rotoli, lo snodo Amat in via Oreto, riportare gli autobus in via Cosenz al Cep, la gara sui laboratori cittadini ma anche viale Regione a tre corsie entro aprile”.

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