Il carabiniere soccorre il clochard| Una storia oltre l'indifferenza - Live Sicilia

Il carabiniere soccorre il clochard| Una storia oltre l’indifferenza

Foto d'archivio

L'ufficiale si è accorto che un barbone stava male. E lo ha soccorso.

PALERMO – È una storia che supera l’indifferenza in un città dove i clochard vivono e a volte muoiono nel silenzio. Vittime, in alcuni casi, della violenza altrui. Stavolta non è andata così.

Martino, così si chiama il senzatetto, ha avuto la fortuna di incrociare il colonnello dei carabinieri Michele Clemente. L’ufficiale è in servizio alla Caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, sede della Legione di corso Vittorio Emnauele. Incontra spesso Martino che bazzica in zona e passa le ore nel giardino della Cattedrale. Non gli nega l’elemosina.

Qualche giorno fa Martino sta male e si vede. Il carabiniere gli si avvicina. Il clochard trema. La causa delle sue sofferenza è un tremendo dolore alla mano che tiene sempre coperta con un guanto. Quella mano mostra i segni della cancrena. Il colonnello chiama un taxi e convince Martino a seguirlo. Prima all’ospedale Civico e poi al Policlinico. “Se si fosse perso del tempo avrebbe perso la mano”, dicono i sanitari che hanno preso in cura il senzatetto.

Il mese scorso Marcello Cimino è stato bruciato vivo sotto le coperte di un giaciglio improvvisato. Ci sarebbe dietro una storia di gelosia. Altre quattro volte, però, un senzatetto è diventato bersaglio di rabbia e violenza.

Due anni fa, il 12 aprile 2015, in via Trieste, non lontano dalla Stazione centrale, alcuni balordi appiccarono il fuoco ad un cumulo di rifiuti. Andrea dormiva sotto i cartoni. L’allarme lanciato da alcuni passanti gli salvò la vita. Gli autori non sono stati identificati.

Rischiò grosso anche Vito, un uomo che viveva sotto i portici di piazzale Ungheria. Rimase ustionato alle braccia e alle gambe. Pochi mesi prima un altro senzatetto era stato aggredito nella zona di piazza Olivella. Anche allora ad opera di un gruppo di giovani. Non usarono il fuoco, ma andarono già pesante con calci e a pugni. L’uomo rimediò la frattura di due costole. Poche settimane dopo lo sfortunato protagonista fu un indiano, anche lui senza fissa dimora, pestato a sangue nella centralissima piazza Sturzo. Allora si parlò di rapina. Gli strapparono i 5 euro che aveva elemosinato.


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