Confronto tra i candidati a sindaco |Fendenti su tram e periferie - Live Sicilia

Confronto tra i candidati a sindaco |Fendenti su tram e periferie

Foto Antonio Giordano

Evento pubblico al teatro Don Bosco Ranchibile di Palermo. Le lacrime del vescovo Lorefice: "Palermo sia di tutti".

PALERMO – Primo confronto pubblico tra i candidati sindaco a Palermo. Che si confrontano con l’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice in un evento pubblico al teatro Don Bosco Ranchibile. Un teatro gremito, con sostenitori dei diversi candidati e tanta gente comune. L’incontro organizzato dalla Rete sinodale della comunicazione, cultura, educazione e pastorale sociale e del lavoro (Cec) era alle ore 20.30, coordinato da Giuseppe Savagnone, coordinatore della rete Cec.

Puntuali i candidati. “Questo incontro è una delle conferme del cambio culturale della città. Che non vuole sprofondare nella palude”, dice Leoluca Orlando, il secondo ad arrivare. Il primo è stato l’indipendentista Ciro Lomonte. Seguono Ismaele La Vardera e Ugo Forello, che conversando coi giornalisti parla di “inversione di marcia” per Palermo. C’è anche Fabrizio Ferrandelli.  Arriva per ultima Nadia Spallitta e infine Lorefice.

“Io non sono stato invitato al confronto pubblico tra i candidati. Ho inviato una mail alla diocesi che mi ha risposto cosi. “Abbiamo coinvolto i candidati che vedevamo. A voi le conclusioni…” E’ lo sfogo su Facebook di Tony Troja, candidato sindaco con la lista “SìAmo Palermo” e, a quanto si legge, escluso dalla manifestazione organizzata questa sera. Sulla sua pagina Facebook protestano i sostenitori che lo incoraggiano ad andare comunque all’incontro, aperto al pubblico, ma Troja risponde: “A saperlo prima. Ho già preso impegno per un’intervista. Io lavoro di calendario, altrimenti la mia credibilità va a farsi fregare”. Ma gli organizzatori si dolgono espressamente per la sua assenza, ricordando che Troja era stato invitato.

Sul palco prima parla il vescovo. Un discorso di mezz’ora nel segno dell’inclusione, dell’accoglienza e dell’attenzione ai poveri. In due passaggi Lorefice si commuove, alle lacrime quando cita padre Puglisi. Poi tocca ai candidati, che parlano dieci minuti a testa. Si parla tanto di periferie e trasporto urbano, soprattutto del tram. E in platea gli animi si surriscaldano quando parla l’attuale sindaco. È Orlando ovviamente il bersaglio preferito dei candidati, che non gli risparmiano fendenti sul tram in via Libertà, sui conti del Comune, sui risultati della sua amministrazione. Lui dal canto suo evoca il rischio che la città possa tornare nella “palude” con toni da vecchia Rete.

Ecco nella diretta di Livesicilia le posizioni dei singoli candidati e l’intervento di Lorefice.

22:25 Spallitta parla anche di meritocrazia nella macchina comunale e di partecipazione e trasparenza. Il suo intervento si discosta nel canovaccio dagli altri, che hanno toccato temi simili, “Garantire la partecipazione del cittadino”, dice Spalitta che chiede analisi costi-benefici. Cita don Milani: “Ripartire dalla cultura”  è così chiude,

22.20 Spallitta: “Pechè non creare la Biennale del cinema del Mediterraneo? Possiamo investire nella ricerca e dare  occasione ai giovani di esprimersi nella propria città”. Anche lei parla del diritto all’alloggio e della necessità “di partire dalle periferie”. ” Creiamo orti urbani dove bambini e nonni possano tornare alla natura”. La candidata sostenuta dai Verdi parla anche di sport e ambiente. È la prima a usare questo termine. “Non abbiamo parchi, abbiamo bisogno di verde”.

22.15 Nadia Spallitta, unica donna candidata: “Primo: contrasto a ogni forma di povertà. Ben poco è stato fatto a Palermo per creare posti di lavoro, pur avendo gli enti locali gli strumenti come quelli offerti dai fondi europei”.

22.10 La platea rumoreggia e non lascia parlare il sindaco. “Sono orgoglioso di essere sindaco di una città finalmente viva!”, dice Orlando. “Se non hai una visione finisci nelle mani del primo farabutto che passa”. E rivendica che quello di Palermo “è il miglior bilancio delle grandi città italiane”. E poi il finale gridato: “Non facciamo tornare questa città alla palude del passato!”. Applausi e grida di contestazione. Il moderatore chiede a tutti di darsi una calmata.

22.05 “Il tram per me serve perché chi sta a Borgo Nuovo non dice più scendo in città. Il tram in via Libertà? Invoco la dimensione visionaria del tram, abbiamo rotto l’isolamento”. I sostenitori applaudono. Qualcuno protesta. E Orlando grida che “in passato questa città era una palude”.

22.00 Tocca al sindaco Leoluca Orlando. Che si riallaccia a Dossetti e La Pira citati dal vescovo. “Non voglio cadere nella trappola di chi vuole distinguere gli esseri umani che hanno la pelle nera e quelli che hanno la pelle bianca”. Dice di coniugare “visione” e “valore”. “Quando colleghi valore e visione alzi l’asticella. Oggi Palermo ha diritto a esser stimata e noi abbiamo diritto ad autostimarci”. Parla del “sacco di Palermo” e dice: “Dio non voglia che qualcuno pensi di farlo tornare”.

21.55 Lomonte: “Non possiamo piangerci addosso. Dobbiamo aiutare le famiglie e avere servizi per questo. Vogliamo un assessorato alle politiche familiari che non c’è. Sussidiarietà, non solo solidarietà. Questa città è costruita male ed è destinata a crollare. Tutte le case sono a rischio, basta guardare ai balconi. Dobbiamo avere il coraggio di fare dei piani regolatori per modificare il sistema viario di questa città”.

21.50 Ciro Lomonte, candidato di “Siciliani liberi”, dice che “l’Isola si sta spopolando. È un fenomeno terribile”. “Noi riteniamo che mafia e Stato italiano siano sinonimi. Tutti i partiti ci hanno trattato come colonia”.

21.47 “Noi dobbiamo fare sì che le tragedie del mare non esistano più”. Cita il procuratore Zuccaro a proposito delle Ong. Brusio in sala, qualcuno protesta, quando La Vardera dice che bisogna pensare anche ai palermitani qualcuno grida dalla platea.

21,45 Parla Ismaele La Vardera, unico uomo senza cravatta sul palco (oltre al vescovo, in clergyman). Invita ad abbassare i toni. “I problemi di Palermo vengono prima di ogni altra cosa”. Anche lui parla di “periferie abbandonate”. Fa l’esempio di Brancaccio dove è cresciuto. “Del tram sì tram no al palermitano non ne può frega’ de meno. In periferia manca la luce!”. “Non ho esperienza? Se quello che ‘lo sapeva fare’ ci ha portato a questo punto…”.

21,40 Forello a proposito del tram: “Priorità è collegare le periferie al centro”. Poi “cura dei beni comuni”. No a progetti calati dall’alto. E quindi “referendum consultivi che aiutano i cittadini a sentirsi cittadini”. Immigrazione: “Il salvataggio dei migranti che rischiano la vita in mare è un dovere ed è un dovere l’accoglienza di chi scappa dalla guerra. Lo farò da sindaco aumentando i poteri dell’amore consulta”. Maggiori poteri a chi toglie dalla strada le ragazze nigeriane.

21,35 Tocca al grillino Ugo Forello che parla di due Palermo “che non comunicano”. “Non è accettabile che Palermo abbia 1.800 famiglie che non hanno la casa”. Il candidato a 5 Stelle parla di chi occupa la casa. Auspica “l’autorecupero” con la nascita di cooperative di senza casa. E poi “emporio solidale” contro gli sprechi alimentari. Fiorello parla anche di edito di solidarietà e di “garante della disabilità”.

21.30 Sistema della mobilità: “Io ho una visione che non contempla il tram in via Libertà o il tram a Mondello. Questa città ha avuto troppi cantieri non possiamo continuare con costi superiori a quelli che comporterebbe l’acquisto di bus elettrici”, dice Ferrandelli tra gli applausi dei sostenitori.

21.25 Ferrandelli vuole portare a investire in città grandi gruppi internazionali. “Chi vive in periferia si sente abbandonato”, dice, proponendosi di chiudere la stagione delle politiche clientelari della pubblica amministrazione. Poi la proposta per le periferie: scuole sempre aperte.

21.20 Il primo a parlare è Fabrizio Ferrandelli. Che auspica un “confronto serrato ma sportivo” in campagna elettorale e ringrazia “don Corrado”. Due emergenze, due pilastri, dice Ferrandelli: “Il primo è lo sviluppo economico per fermare la fuga di cinquemila ragazzi all’anno. L’altro pilastro è quello della solidarietà  sociale”.

21.15 Lorefice si commuove di nuovo quando dice di amare Palermo e di sentirsi palermitano. Poi la citazione di Giorigo La Pira, sindaco siciliano di Firenze e punto di riferimento dei cattolici di sinistra, in cui si parla della missione del sindaco nel lenire le sofferenze. “L’unico sbilanciamento possibile per un vescovo è dalla parte dei poveri, i clienti preferiti di Dio”. Poi l’ennesima citazione di Papa Francesco sulla necessità di “difendere i poveri e non difendersi dai poveri, servire i deboli e non servirsi dei deboli”.

21.12 “Un sogno: che Palermo sia città di tutti”, dice l’arcivescovo che chiede attenzione però i disabili ma anche per gli anziani. E i poveri e i senza tetto.

21.10 L’arcivescovo si commuove alle lacrime quando addita “l’esempio di don Pino Puglisi”. Un lungo applauso lo soccorre. Il vescovo chiede uno stile di vita “umile, sobrio, cordiale” a chi amministrerà la città. La “logica clientela ha reso le nostre politiche del lavoro senza slancio. E tanti giovani se ne vanno dalla Sicilia perché non vedono più segni di speranza”. Lorefice invita a fare “qualcosa di nuovo, pulito e bello non per giovani ma con loro”.

21.05 Lorefice parla della storica tradizione di accoglienza e convivenza di Palermo. E della difficile convivenza tra centro e periferie. Parla della dispersione scolastica nei rioni popolari. “In questa capitale della cultura noi palermitani viviamo spesso con un basso senso civico, una grande sfiducia nelle istituzioni. Fenomeno alimentato dalla presenza invasiva della criminalità mafiosa. Ne siamo tutt’intorno espansibili. Quanta connivenza, quanti interessi personali o di gruppo nella politica ma anche negli ambienti ecclesiali”.

Ore 21,00 Lorefice parla del “mettersi dalla parte dei poveri”. “La ricerca del bene di tutti passa dal l’inclusione di tutti. La democrazia è l’apertura all’ascolto delle ragioni di ciascuno e dei più deboli in primo luogo”. Il vescovo cita due volte la “Laudato si'” di Bergoglio. Il teatro è stracolmo. E Lorefice sorprende ricordando padre Saloinia, il vescovo ausiliare nominato da Papà Francesco che ha rinunciato alla nomina. Lorefice lo definisce “maestro di umanità”.

Ora 20: 55 Comincia il confronto. Il bambino Giuseppe Mazzara estrae da un bussolotto la lettera per stabilire l’ordine delle risposte. Esce la Z, si andrà in ordine alfabetico. Savagnone dice che Troja è stato invitato ma aveva altri impegni. Parla Lorefice: “Il vescovo non è un politico e nemmeno un portatore di interessi. La Chiesa non ha schemi culturali o valori sociali da imporre ma è compagna di tutti nell’avventura di tutti”, dice citando Dossetti. Dice di volere dare voce a chi non ha voce, con un appello alla solidarietà e “un’opzione preferenziale per i poveri”, citando Papa Francesco.

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