Motopesca fermato in Libia | "Chi ci difende dai miliziani?" - Live Sicilia

Motopesca fermato in Libia | “Chi ci difende dai miliziani?”

Si tratta del 'Ghibli Primo' (nella foto), di Mazara del Vallo.

Nell'area di Tobruk
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MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) – Il motopesca “Ghibli Primo”, iscritto al Compartimento marittimo di Mazara del Vallo, è stato fermato questa mattina in acque internazionali antistanti la Libia. Il fermo del motopesca è avvenuto intorno alle ore 9,30 a circa 25 miglia nord nord-est dalla zona di Bomba, nell’area di Tobruk. Ne dà notizia una nota del Distretto della Pesca di Mazara del Vallo. Il motopesca, di proprietà della società mazarese “Lumifa, è stato affiancato da un’imbarcazione con a bordo miliziani libici armati che hanno intimato al comandante Faro Licavoli e agli altri sei membri dell’equipaggio (tre italiani e tre tunisini) di arrestare l’attività di pesca e di seguirli; le due imbarcazioni sarebbero in navigazione verso un porto ad ovest di Derna, probabilmente Ras al Helal o a Bengasi. “Si tratta di una modalità inusuale  – afferma Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu – in quanto il peschereccio si trovava nelle acque internazionali antistanti il Protettorato di Tobruk le cui autorità prontamente contattate erano all’oscuro dell’episodio”. L’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, sta seguendo direttamente le fasi della vicenda e ha chiesto alle autorità militari di intervenire con mezzi navali e aerei per scongiurare il pericolo di un sequestro in una zona considerata pericolosa. Lo stesso Cracolici ha allertato le autorità diplomatiche italiane mettendosi in contatto con il sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Amendola”.

A novembre il ‘Ghibli Primo’, insieme con il ‘Giulia Pg’ erano stati sottoposti a fermo per dodici ore da parte della marina militare egiziana. La vicenda si era conclusa positivamente grazie all’intervento dell’ambasciata italiana a Il Cairo. Vicenda analoga, sempre per il motopesca ‘Ghibli Primo’, nel 2012: anche in questo caso il sequestro da parte delle autorità egiziane durò poche ore.

“Si ripete il triste rituale dei sequestri di natanti mazaresi in navigazione nel Canale di Sicilia. Tutto ciò conferma la necessità di aprire con i paesi rivieraschi protocolli di intesa, per assicurare lo svolgimento corretto dell’attività della marineria e serenità nel Mediterraneo”. Lo afferma il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi. “Ci auguriamo – aggiunge – che intanto vengano assicurate le adeguate assistenze ai nostri marittimi e che possano rientrare subito dalle loro famiglie”.

*Aggiornamento ore 16.39
Il peschereccio mazarese “Ghibli Primo”, fermato stamani da miliziani libici in acque internazionali, è giunto nel porto libico di Ras al Helal. Lo rende noto Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, che aggiunge: “Si tratta di un sequestro anomalo che è stato seguito sia dal Comando generale delle Capitanerie di porto sia dalla Capitaneria di porto di Mazara del Vallo con il comandante Giuseppe Giovetti”. E “molto preoccupate” ci dicono sia le famiglie dei marittimi che si trovano sul motopesca sia gli armatori Domenico Asaro e Luciano Giacalone che con il comandante Faro Licavoli, che è a bordo del “Ghibli Primo”, fanno parte della società “LuMiFa” proprietaria del peschereccio. “Speriamo – aggiunge Asaro – che le nostre autorità intervengano per evitare il peggio. E’ assurdo e anche inaccettabile che i nostri pescatori, che in quelle acque spesso salvano la vita di tanti migranti, vengano fermati oppure mitragliati come è avvenuto nel corso di questi anni. Chi ci difende dai miliziani libici? Si rischia la vita per andare a lavorare. A questo punto, considerato che si rischia la pelle, conviene smettere di fare questo lavoro. E poi qualcuno si domanda perché i nostri giovani non vogliono più andare a pescare”.

*Aggiornamento ore 19.09
“L’equipaggio, composto da quattro marittimi italiani e da tre marittimi tunisini, sta bene”. Lo ha riferito il comandante Faro Licavoli alla moglie che è riuscito a contattare telefonicamente. Lo riferisce Domenico Asaro, uno degli armatori del motopesca “Ghibli Primo” sequestrato in mattinata da miliziani libici che, prosegue Asaro, “dopo essere saliti a bordo e fatte recuperare le attrezzature che erano in mare ha indotto l’equipaggio a raggiungere il porto di Ras al Hilal”. Il peschereccio mazarese aveva mollato gli ormeggi mercoledì scorso dal porto di Licata (Agrigento) per effettuare battute di pesca che sarebbero durate all’incirca un mese. “Siamo molto preoccupati – ribadisce Asaro – e speriamo che la diplomazia italiana, subito attivata da Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della pesca e crescita blu, possa far giungere a un celere rilascio”. Il Ghibli primo, con altri tre pescherecci mazaresi aveva già subito nel luglio 2012 un sequestro lampo da parte di miliziani egiziani che nella serata del 9 novembre 2016 lo avevano nuovamente fermato, sempre in acque internazionali, con un altro peschereccio mazarese. I due motopesca erano stati poi liberati nel pomeriggio del giorno seguente.

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