E Prometeo sfidò gli dei | davanti al duomo di Ragusa - Live Sicilia

E Prometeo sfidò gli dei | davanti al duomo di Ragusa

La rappresentazione davanti al Duomo

Al festival "3Drammi3", nato da una collaborazione tra il Comune e il teatro Donnafugata.

IL FESTIVAL 3DRAMMI3
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Mentre Siracusa, con Le Rane di Aristofane affidate a Ficarra e Picone, prepara il trionfo popolare del teatro greco, la vicina Ragusa si è portata parecchio avanti sabato sera con una iniziativa culturale che non ha precedenti. Il festival “3drammi3”, nato da una collaborazione tra il Comune e il teatro Donnafugata, ha messo in scena il Prometeo Incatenato di Eschilo scegliendo come palcoscenico la scalinata di San Giorgio, il Duomo che sovrasta Ibla e che è universalmente riconosciuto come un esempio impareggiabile di quel barocco che dopo il terremoto del 1693 ha fatto grande il Val di Noto.

È stato uno spettacolo incantevole che per oltre tre ore ha tenuto inchiodato, davanti alla chiesa, un pubblico straordinario, sedotto non solo dalla bellezza del testo ma anche e soprattutto dal fascino della novità. “Non è stata per niente casuale la scelta di rappresentare il Prometeo sugli spalti di una chiesa barocca”, ha spiegato il regista Antonio Zanotelli. “L’opera è tra quelle che anticipano i fondamenti del cristianesimo. Prometeo è il titano che sottrae il fuoco agli dei e porta la luce nel mondo, colui che per il bene dell’umanità si scaglia contro i soprusi e i poteri forti. Con questa visione della giustizia, la tragedia ci dipinge Prometeo come una delle prime figure cristologiche dell’umanità”.

Un miracolo che solo la magia del teatro può regalare. Lo sottolinea Costanza Di Quattro, che con la sorella Vicky e Clorinda Arezzo condivide la direzione artistica del Donnafugata: “La Grecia, con la sua storia e la sua civiltà, viene ad avvolgere la culla del barocco; mentre il barocco, con le sue volute e i suoi tormenti, si inchina davanti alla madre di tutte le culture e le offre un palcoscenico di inaudita grazia e magnificenza”.

Il festival di Ragusa, con i suoi tre giorni di dibattiti, conversazioni, rappresentazioni – e con uno stage formativo sul “cunto” siciliano, sintesi popolare della tragedia, tenuto da Mario Incudine per trenta giovani attori – ha allargato il perimetro delle rappresentazioni classiche, il cui epicentro resta sempre a Siracusa, ed è riuscito a coinvolgere non solo il pubblico degli appassionati ma anche i palazzi seicenteschi, con i giardini e gli androni, che rendono unico il cuore di Ibla. Ieri sera il momento più alto, con Prometeo che sfida gli dei lungo la gradinata di una chiesa cattolica e il pubblico che applaude senza fine. (v. a.)

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