"Chi ci talii" e scoppiò l'inferno | Morte a Cruillas: 5 condanne - Live Sicilia

“Chi ci talii” e scoppiò l’inferno | Morte a Cruillas: 5 condanne

Il luogo dell'omicidio

Gli imputati giudicati colpevoli, ma cadono alcune accuse. Nella rissa perse la vita Roberto Frisco

PALERMO – La folle sera di morte e sangue per le strade di Cruillas si conclude con cinque condanne. Meno pesanti, però, di quelle chieste dall’accusa. Nunzio Lo Piccolo è stato ritenuto colpevole dell’omicidio di Roberto Frisco. Il giudice per le indagini preliminari Fernando Sestito gli ha inflitto 12 anni, scontati di un terzo così come previsto per chi sceglie di essere processato con il rito abbreviato (il pm aveva chiesto 20 anni).

L’accusa di omicidio e tentato omicidio cade, invece, nei confronti di Giuseppe e Salvatore Lo Piccolo, fratello e padre di Nunzio, ritenuti colpevoli solo del reato di rissa e per questo condannati a due anni. L’accusa per loro aveva invocato una pena di diciotto anni ciascuno di carcere. Il loro legale, l’avvocato Gaetano Turrisi, ha ricostruito i passaggi di quella folle sera, fino ad escludere che in piazza Lampada della Fraternità – un nome che stride con i contenuti della vicenda – si fossero resi responsabili di una spedizione punitiva contro Frisco. I due Lo Piccolo sono stati subito scarcerati al termine dell’udienza.

Completano il quadro delle condanne quella a due anni inflitta a Giuseppe e Francesco Frisco (padre e fratello della vittima). Il primo ha avuto due anni per lesioni (meno dei tre anni e 4 mesi chiesti dal pm); quattro anni e tre mesi per il secondo che rischiava di prenderne dodici. Era accusato, infatti, di tentato omicidio nei confronti di uno dei Lo Piccolo. Un’accusa sempre negata dal suo legale, l’avvocato Alessandro Musso. Alla fine hanno retto solo le ipotesi di lesioni e rissa. I parenti della vittima, assistiti dall’avvocato Roberta Bovenzi, hanno ottenuto una provvisionale da 60 mila euro per il risarcimento del danno, il cui ammontare definitivo sarà stabilito in sede civile.

La follia esplose il 26 giugno 2016. “Chi ci talii (che ci guardi, ndr)”, disse un uomo affacciato al balcone di via Trabucco, rione Cruillas, ad un ragazzo del quartiere che lavorava come fattorino in una pizzeria. Una frase che segnò l’inizio dell’inferno. I componenti dei due nuclei familiari si affrontano armati di martelli, bastoni e coltelli. La lama affondò cinque volte nel corpo di Roberto Frisco, l’uomo al balcone. Morì in ospedale. Aveva 27 anni. A quello sguardo di troppo Francesco Frisco avrebbe risposto affrontando a muso il fattorino che, a quel punto, si rivolse a Nunzio Lo Piccolo per mettere la pace. Ed invece si arrivò allo scontro totale.

L’epilogo drammatico lo raccontarono Francesco Frisco e la madre che avevano assistito alla scena. Ad accoltellare il figlio “è stato quello con la barba… lui è stato, con lui l’ha avuta la discussione tuo fratello, io l’ho visto dal balcone… Roberto si è lasciato andare perché gli ho detto che papà ha preso uno schiaffo”. “Quando mi sono alzato da terra Totò mi ha detto ‘guarda a tuo fratello che è messo a terra’”, raccontava Francesco alla donna: “… l’ho visto sangue mio con una mano nel petto… sangue dalla bocca…”.


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