Dicono che quando la felicità fa capolino nella vita di qualcuno si sentano le campane suonare. “E io le ho sentite”, racconta Arianna Di Romano, 46 anni, fotografa sarda, cittadina del mondo, neo residente di Gangi. Residente esattamente dallo scorso 3 giugno. Nel momento in cui è arrivata nel piccolo borgo immerso nelle Madonie, con un camion carico delle sue cose, Arianna ha capito subito che il posto che aveva scelto come casa era quello giusto, perché, circondata dal calore di chi l’ha accolta – “un’accoglienza straordinaria”, dice – le è sembrato proprio di sentir suonare delle campane. E quando lo racconta le trema la voce per l’emozione.
Rientrata da un lungo viaggio in Serbia e Montenegro, dove si è recata per raccontare le storie dei Rom delle periferie di Sarajevo e Belgrado, Arianna è tornata in Sardegna, ha imballato tutto quello che possedeva e si è trasferita in Sicilia, terra di origine del padre. Arrivata a Gangi, si è sistemata nell’edificio storico che ha acquistato nel centro del paese. “Si tratta di un palazzo del 1888 – spiega – e sto cercando di riportarlo allo stato originario, con le pareti in pietra e con il vecchio portone restaurato. L’obiettivo è quello di farlo diventare un laboratorio fotografico e una galleria d’arte. E non soltanto: voglio che sia uno spazio aperto a tutti i giovani artisti. Ricordo benissimo quanto è stato difficile, agli inizi, trovare un posto in cui esporre, era tutto troppo esoso. La mia intenzione è quella di offrire questa opportunità a chi ha qualcosa da dire, con qualsiasi forma d’espressione”.
Di recente, Arianna Di Romano è stata protagonista di una mostra fotografica, “Al di là del muro. Storie di Rom”, al Circolo Mazzini di Gangi. Si tratta in particolare di fotografie che ritraggono i volti dei Rom che ha incontrato nel suo ultimo viaggio: “Questa straordinaria avventura ha inizio nel luglio del 2016 all’interno dei campi rom di Carbonia, cittadina del Sulcis Iglesiente, nella quale alcune etnie serbe e bosniache sono stanziali da decenni. Il confronto appassionante, nato attraverso i racconti carichi di fierezza e di nostalgia, ha accresciuto ancora di più il mio desiderio di conoscenza nei confronti di questo popolo”. Attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, Arianna racconta storie, ferma emozioni, le trasferisce a chi osserva.
>I VOLTI DI ARIANNA DI ROMANO – FOTO
La sua casa diventerà un vero e proprio laboratorio nel cuore di Gangi, città che di recente, tra l’altro, ha accolto anche la prima edizione del festival letterario, “Una montagna di libri”. Una maratona durata due giorni, tra le vie del centro storico, con performance d’autore, rielaborazioni di testi classici, laboratori creativi per bambini, letture, interpretazioni, interventi e dibattiti sulla narrazione di montagna. Otto in tutto gli autori che hanno presentato le loro storie, intrecci di uomini partiti dai paesi e ritornati ai paesi con la gloria di chi ce l’ha fatta, senza dimenticare le radici, con il cuore legato alla terra natale. Tra questi, Santi Consolo, direttore del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria Italiana; Giuseppe Sottile, direttore e giornalista; Lino Sauro, chef internazionale che ha chiuso la rassegna in Piazza del Popolo.
“Abbiamo creato connessioni reali, abbiamo avvicinato le persone alle parole, abbiamo abbattuto i pregiudizi sulla letteratura piacere esclusivo di chi si professa intellettuale. Abbiamo scelto la montagna, da cui è possibile guardare oltre, perché l’arte rinnova i popoli,certamente, e la eleva oltre la memoria”, ha detto Marianna Lo Pizzo, direttore artistico della manifestazione che, con la sua squadra di giovani professionisti che in montagna vivono e tornano, si prepara già alla prossima edizione.
