Il trafficante e il 'killer' dello Zen | Faccia a faccia al supermercato - Live Sicilia

Il trafficante e il ‘killer’ dello Zen | Faccia a faccia al supermercato

Fabio Chianchiano e Alessandro Bono

Fabio Chianchiano e Alessandro Bono si diedero appuntamento: "Troppi casini a casa nostra".

PALERMO - BLITZ ANTIDROGA
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PALERMO – L’appuntamento è “nella casa nuova”. Una mattina di due anni fa gli investigatori si appostano davanti al civico 24 di via Ludovico Bianchini, allo Zen. È l’indirizzo della casa di Fabio Chianchiano. Allora si occupava di droga, non gli era ancora piovuta addosso l’accusa di avere ammazzato Franco Mazzè, altro cognome storico nel contesto criminale della borgata palermitana.

Chianchiano ha un appuntamento con Alessandro Bono, arrestato oggi con l’accusa di essere un trafficante di droga. Per incontrarsi i due hanno scelto un luogo affollato, il supermercato “Euro Spin” di viale Aice. Chianchiano esce di casa dal retro. Indossa un casco di colore nero e un giubbotto blu. In sella al suo Beverly Piaggio raggiunge il centro commerciale, dove pochi minuti dopo giunge Bono al volante di una Lancia Y. Secondo l’accusa, avviene la consegna di una partita di droga. Lo si intuisce dai successivi sms che i due si scambiano pochi giorni dopo: “… Buongiorno mi hai messo nella cacca più tardi ti chiamo e ti porti sta cosa…”. La droga è di pessima qualità.

Bono non è l’unico fornitore di Chianchiano che comprerebbe cocaina anche dal campano Ernesto Anastasio (poliziotti e finanzieri hanno ricostruito la consegna di un chilo di roba trasportata dal corriere Mario La Vardera). Quello di Bono, però, è un canale sempre aperto.

La scarsa qualità della droga (“figliò ci sono problemi con l’ultimo, fa puzza... la bambina va a rilento il dottore si lamenta …”) non è l’unico motivo di attrito. Bono rifornirebbe di droga qualche concorrente di Chianchiano che ad un certo punto teme di perdere il controllo della piazza dello Zen. Va su tutte le furie. “Figliò state combinando troppi casini a casa nostra ora basta mi avevi promesso che non facevi lavorare nessuno”.

Bono lo tranquillizza e riprendono le forniture. La droga, però, è ancora una volta di scarsa qualità: “… con la prima tutti sti problemi del cazzo non esistevano che cavolo combini te lo sai tu… mi stai rovinando la reputazione… è gesso o è merda”.


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