Il carico di cocaina dalla Calabria |Soffiata, pedinamento e sequestro - Live Sicilia

Il carico di cocaina dalla Calabria |Soffiata, pedinamento e sequestro

I retroscena dell'indagine della Squadra Mobile.

traffico di droga
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CATANIA – Li hanno seguiti, pedinati, monitorati da Catania alla Locride e ritorno. Mario Favazza e Francesco Cavallaro sono i due corrieri della cocaina arrestati dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile. I poliziotti avevano ricevuto una soffiata (rivelatasi veritiera) sull’arrivo a Catania di un carico di polvere bianca proveniente dalla Calabria. Le indicazioni parlavano di due catanesi a bordo di una Fiat Panda gialla e di una Fiat Punto. Gli agenti hanno pianificato un dettagliato e preciso piano e hanno seguito Favazza e Cavallaro lo scorso 2 dicembre quando sono partiti, si sono imbarcati nel traghetto e anche quando hanno fatto ritorno a Messina. Una volta arrivati in Sicilia la polizia ha bloccato le due auto e ha iniziato le perquisizioni che in un primo momento hanno dato esito negativo. Ma nel corso della seconda ispezione grazie all’ausilio dei cani antidroga e di precisi macchinari gli investigatori hanno trovato e sequestrato tre chili di cocaina suddivisi in tre involucri con il marchio Moto Gp.

Ogni particolare della articolata attività di pedinamento è ripercorsa nell’ordinanza firmata dal Gip Loredana Pezzino dopo l’udienza di convalida. I due arrestati, difesi dall’avvocato Francesco Maria Marchese, hanno ammesso al Giudice che la “trasferta” in terra calabra era per un carico di stupefacenti, ma che si doveva trattare di marijuana e non di cocaina. Inoltre Cavallaro avrebbe avuto solo il ruolo di “staffetta”. Una versione però secondo il Gip “contraddittoria” e “contrastante”. Oltre alla prova chiave del “carico” sequestrato, gli investigatori hanno fornito al giudice i risultati dei vari controlli incrociati delle cellule telefoniche che in maniera plastica hanno permesso di ricostruire i movimenti dei due corrieri della droga. La Gip ha disposto per i due gli arresti in carcere, ma ha però escluso l’aggravante dell’ingente quantità.

L’indagine della Squadra Mobile intanto procede per individuare sia il luogo preciso di fornitura della cocaina e soprattutto a quali piazze di spaccio era destinato e se ci sono collegamenti con il crimine organizzato. Una delle piste porta alla roccaforte della droga di San Giovanni Galermo. Ma è troppo presto per poter giungere a delle conclusioni.  Per la cronaca in una delle due auto viaggiava anche una donna, che però non si è

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