Droga, armi e pizzini nel covo |Si indaga su capi e complici - Live Sicilia

Droga, armi e pizzini nel covo |Si indaga su capi e complici

Nuovi scenari investigativi dopo il blitz a Torre Archirafi.

gli sviluppi
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RIPOSTO. Ci vorranno settimane, forse mesi, per vagliare in modo approfondito i numerosi pizzini rinvenuti lo scorso venerdì all’interno dell’alloggio di Torre Archirafi, a Riposto, trasformato in un laboratorio della droga. Oltre 500 fogliettini di carta, appallottolati e ripiegati, tra dosi di cocaina e marijuana, bilancini di precisione e carta stagnola, che potrebbero rappresentare un patrimonio informativo di grande rilevanza. Una mole imponente a cui si aggiungono anche un quadernone ed un taccuino. Il blitz dei carabinieri della Compagnia di Giarre, che sarebbe scattato dopo una breve ma attenta attività di osservazione, adesso potrebbe aprire nuovi importanti scenari investigativi.

Nessuna indiscrezione sul contenuto dei bigliettini ma è probabile che possano essere stati annotati i nomi di acquirenti e pusher. Una rete di sicuro ben organizzata con legami quasi scontati con gli ambienti della criminalità organizzata. Troppi quei 15 chili di stupefacente, tra marijuana e cocaina, per immaginare che ad agire sia stato un ragazzo di 27 anni, con un unico precedente penale alle spalle. E poi le armi, un fucile con canne mozzate ed una pistola predisposta per l’applicazione di un silenziatore, entrambi con matricola abrasa, su cui adesso sono in corso i rilievi della scientifica. Tutto lascia presupporre che quello scovato dai militari dell’Arma possa essere uno dei tanti covi usati dalla criminalità come deposito di droga e armi.

Intanto ieri mattina si è svolta, davanti al giudice Anna Maria Cristaldi, l’udienza di convalida dell’arresto in flagranza di reato di Alessandro Andò. Il giovane, assistito dall’avvocato Massimo Monastra, ha risposto alle domande del giudice, provando a chiarire la propria posizione rispetto ai fatti contestati. Il difensore di fiducia ha chiesto l’applicazione della misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Per l’accusa invece, che ha contestato anche l’aggravante dell’ingente quantitativo, ribadita la necessità della custodia cautelare in carcere. Il gip si esprimerà nelle prossime ore.


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