Guerra di mafia a Paternò |Irrompe un nuovo pentito - Live Sicilia

Guerra di mafia a Paternò |Irrompe un nuovo pentito

Si tratta di Orazio Farina.

Nel processo
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CATANIA – Potrebbe poter rilevare nuovi particolari sulla guerra di mafia che nel 2014 si è consumata sulle strade di Paternò. Una faida che vedeva contrapposti i Morabito-Rapisarda e gli Alleruzzo-Assinnata. Uno scontro armato finito nel sangue: con l’omicidio di Turi Leanza e il tentato omicidio di Antonino Giamblanco. Orazio Farina, proveniente dalle milizie del clan Laudani di Paternò, ha deciso di fare il salto del fosso e le sue dichiarazioni potrebbero fare molto male agli imputati del processo ordinario, in corso davanti alla Corte d’Assise di Catania. Alla sbarra i boss di Paternò: Vincenzo Morabito (Enzo Lima), Salvatore Rapisarda (detto Turi U Porcu – Panzuni), il figlio Vincenzo Salvatore Rapisarda (Alias Scrusci Scrusci), Alessandro Giuseppe Farina e Giuseppe Parenti.

Il pentito sarà sentito nel corso della prossima udienza. Intanto nel processo sono stati depositati i verbali. E su richiesta del difensore Luigi Cusconà, sarà acquisito anche il primissimo verbale del 28 settembre 2017 redatto dai carabinieri. Quel giorno Orazio Farina ha deciso di collaborare con la magistratura. Poi nelle settimane successive il pentito ha parlato con i pm. Le sue conoscenze partono da lontano. Il suo nome infatti si trova nell’informativa della maxi inchiesta Padrini che nel 2008 accese i riflettori sulla forza militare e la capacità di infiltrazione dei clan all’ombra del Castello Normanno. Gli investigatori, grazie alle intercettazioni, riuscirono a impedire l’omicidio di Orazio Farina, finito nelle mire di una vendetta interna e trasversale. Alcuni anni fa torna nelle prime pagine dei giornali per un arresto dei carabinieri. Finì in manette per aver violato la sorveglianza speciale.

Intanto nell’udienza di oggi, che si è svolta nell’aula Serafina Famà, sono stati ascoltati due marescialli dell’arma che si sono occupati delle intercettazioni nel corso dell’inchiesta En Plein. Ferrara del Nucleo Investigativo e Tuvè della Compagnia di Paternò hanno risposto alle domande della pm Antonella Barrera ed esaminato le varie discrepanze tra le consulenze dei periti sulle intercettazioni e le conclusioni della Polizia Giudiziaria. Il processo, stralcio abbreviato, è già arrivato al secondo grado di giudizio.

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