I regionali non bastano più | Il governo pensa a nuove assunzioni - Live Sicilia

I regionali non bastano più | Il governo pensa a nuove assunzioni

Mancano avvocati, ingegneri, geologi. Grasso: "Ricognizione entro un anno. Poi si può chiedere una deroga al blocco".

Pubblica Amministrazione
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PALERMO – Il 16 marzo 1993 si concluse l’ultimo concorso per laureati in Giurisprudenza bandito dalla Regione siciliana. Lo scorso 16 marzo, i vincitori di quella selezione sono andati a cena insieme per festeggiare l’anniversario, un quarto di secolo. Tra loro c’era Rosalia Pipia, oggi dirigente generale della Funzione Pubblica. È utile partire da questa storia per capire meglio la situazione del personale della Regione siciliana. Una macchina burocratica enorme dove però mancano tante professionalità che servirebbero. Come ha fatto notare qualche giorno fa il presidente della Regione Nello Musumeci. “Abbiamo 13mila dipendenti ma i nostri uffici non possono disporne. Avremmo bisogno di laureati in economia, avvocati. E tra due anni andranno in pensione in tremila. Avremmo bisogno di centinaia di tecnici. Disponiamo di consistenti forme di denaro ma senza progetti di qualità” . Queste le parole del governatore. Su un tema cruciale per il futuro della Sicilia, quello della burocrazia regionale. E allora si torna a parlare di assunzioni alla Regione. Ma c’è prima un grosso lavoro da fare.

I regionali sono tanti, si dirà. Ma il punto non è questo. Le criticità infatti sono diverse. A partire dall’età media altissima di una pubblica amministrazione che non fa concorsi da quel dì e dove vige il blocco delle assunzioni. “Ho trovato gente poco motivata, la politica negli ultimi anni non ha investito sulla burocrazia – dice l’assessore regionale al ramo, Bernardette Grasso -. Il cambio di passo anche da un punto di vista normativo di questi anni avrebbe richiesto un’attività di formazione che non c’è stata”.

C’è poi un problema di profili carenti. Gli avvocati di cui parlava Musumeci, ma anche i geologi, gli ingegneri informatici, spiegano in assessorato. Il dipartimento regionale della Funzione pubblica sta procedendo a una ricognizione. “L’analisi del fabbisogno viene imposto dalla legge Madia – spiega l’assessore Grasso -. A fronte di 13mila dipendenti notiamo dipartimenti carenti, soprattutto quelli dove si fa la spesa. Ma per spostare i dipendenti serve un’attività di formazione”.

L’altro tema centrale è quello della dislocazione del personale. Molti dipendenti regionali sono dislocati nelle sedi periferiche, “e non possiamo fare mobilità oltre i 50 chilometri – illustra l’assessore -. Allora, se non posso spostare i dipendenti devo spostare il lavoro, per esempio con modelli di digitalizzazione, telelavoro. È un cambio di rotta culturale”.

La prima cosa da fare è capire cosa serve. “Dobbiamo farlo in un anno di tempo”, dice Grasso. “Faremo delle ricognizioni nei singoli rami dell’amministrazione. Una prima era stata fatta per titoli di studio”, aggiunge la dirigente Pipia.

> Sono rimasti solo in undici, regionali in via di estinzione

Solo dopo questa attività di ricognizione si potrà cercare di ricorrere a nuovi innesti. Ancora Grasso: “Eventualmente il presidente della Regione chiederà una deroga per potere assumere le 300-400 persone che mancano. Un esempio? In tutta la Regione abbiamo credo 75 avvocati, tutto il contenzioso viene gestito dalla funzione pubblica”.

Un bacino da cui attingere è quello dei precari, circa 600 in Regione. “ Tra questi ci sono dei profili molto interessanti, la maggior parte sono laureati”, dice Pipia. La nuova legge offre l’opportunità della stabilizzazione.

Si procederà quindi in questi mesi a una ricognizione sui singoli rami dell’amministrazione. Cercando anche di portare avanti un impegno maggiore sulla formazione. “Hai una burocrazia – dice l’assessore Grasso – che ha una età media alta e che nessuno ha pensato di formare e motivare. E siamo costretti a ricorrere sempre all’assistenza tecnica. Tu puoi limitare l’assistenza tecnica esterna se crei una squadra che possa occuparsi di spesa. Se ai ai Beni culturali trovi che per i bandi ci sono tre persone…”.

Subito dopo la finanziaria, il governo intende aprire un tavolo con i sindacati per affrontare il tema del personale a 360 gradi. E chissà che davvero non possa riapirsi una seppur limitata stagione dei concorsi in Regione.


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