Quando l'Università |educa alla bellezza - Live Sicilia

Quando l’Università |educa alla bellezza

L'appuntamento alla Scuola Superiore di Catania.

CATANIA – Dalla musica al teatro, dalla volta celeste alle migliori tecnologie digitali: per raccontare in tutti i colori l’armonia del mondo. Tale il progetto che, per un anno, ha impegnato allievi ed ex allievi della Scuola Superiore di Catania. L’idea è stata raccolta oltreoceano, dall’organizzazione americana TED: questa, dal 1984, si propone di diffondere “idee, solitamente nella forma di discorsi brevi e intensi”. Le conferenze, agili ed immediate, si avvalgono di un’organizzazione capillare ed estremamente precisa.

L’evento catanese è stato interamente organizzato con risorse locali, pur secondo le direttive del format statunitense. “E’ una festa per la scuola, che così si apre alla città: del resto quest’anno festeggiamo il nostro ventennale”, ha dichiarato non senza emozione il direttore della SSC Francesco Priolo, ribadendo il ruolo e le possibilità della città. “Catania è una periferia geografica, ma non culturale. A noi il compito di mantenere una realtà d’eccellenza: perché in Sicilia si possa restare o ritornare”. Una comunità immersa tra stimoli pluridisciplinari, proiettata in un costante dialogo con culture, lingue, realtà simili e diverse. Sembra naturale, in un tale quadro, riflettere sul concetto di armonia e provare a trasmetterla mediante relatori scelti con cura passione.

Ad aprire l’incontro col caratteristico jazz “a sei mani”, il trio Urban Fabula: “La nostra è un’armonia data dall’affiatamento del gruppo, dalla ricerca tra vari ambiti musicali, insieme alle emozioni di chi riceve la nostra musica”, ci hanno detto gli artisti, musicisti classici approdati al jazz riconoscendogli la capacità di esplorare a 360° le possibilità del mondo musicale. Con Flavio Daniele, maestro di Tai Chi Chuan, il concetto di armonia è quindi disceso dalla musica all’animo umano, per poi manifestarsi in una serie di movimenti atti al riequilibrio dell’organismo. “Muoversi è basilare per la vita; corpo, mente e spirito non viaggiano separati, e la via del movimento serve appunto a riscoprirne l’unione”, ha chiarito il maestro, che appoggia la propria ricerca spirituale non solo alla tradizione estremo orientale ma alle neuroscienze contemporanee. Manuela Cavallaro, ricercatrice in Fisica, ha condotto il proprio intervento dall’osservazione delle simmetrie naturali al proprio specifico campo: lo studio dei neutrini, particelle subatomiche il cui ruolo è a tutt’oggi dibattuto.

Hanno destato l’attenzione di fisici del calibro di Fermi, Amaldi e il catanese Majorana. ”Nella ricerca, Catania possiede un patrimonio ineguagliabile quanto a menti, entusiasmo, strutture”, ha ribadito la Cavallaro. Grande interesse hanno destato le indagini dell’astrofisico Andrea Orlando, fondatore e presidente dell’Istituto di Archeoastronomia Siciliana. Questa disciplina studia l’orientamento di edifici e siti archeologici in rapporto alla posizione degli astri: un complesso di accorgimenti antichi quanto l’umanità. Luoghi come l’altopiano di Argimusco o la Valle dei Templi hanno acquistato, nelle parole di Orlando, una profondità storica e metafisica oggi nota e rispettata. Un colpo alla classica scienza ‘materialista’? “Credo piuttosto che si debba vivere la ricerca muovendosi tra discipline diverse, senza opporre scienziati e umanisti, osservando fatti e dati nell’insieme”, ci ha risposto l’astrofisico, arricchendo il mosaico di quest’armonia con un ulteriore tassello. E armonico è stato il clima dell’intera giornata, segnato da momenti conviviali, di confronto ed apprendimento.

Ad una dimostrazione di Tai Chi Chuan ha fatto seguito un momento durante il quale un’ex allieva della SSC ha pazientemente insegnato a realizzare alcuni origami. Perché, infatti, un airone di carta è stato posto a simbolo di quest’iniziativa, e tante figure stilizzate hanno accompagnato i passi e l’attenzione di tutti presenti? Nella pazienza dei gesti necessari, nella grazia delle forme, la risposta. Il riferimento all’informatica, a social network e smart technology, è poi servito a fornire utili suggerimenti sull’impiego più sano di tali strumenti. Davide Tonioli, creatore della piattaforma didattica Fidenia, si è ampiamente diffuso sulla validità del digitale nelle scuole, chiarendo la necessità d’una classe di insegnanti capaci di far conoscere rischi, etica e possibilità del virtuale: “Un vantaggio è accrescere le possibilità creative di tutti e in moltissimi campi, dall’arte alla scrittura. Certamente la scuola deve chiarire i rapporti tra vita reale e virtualità”, ha precisato Tonioli.

Un’altra applicazione virtuosa della tecnologia digitale l’ha esposta il docente d’informatica Massimiliano Salfi, fondatore del progetto “vEyes”: si tratta di un supporto per minorati della vista, completamente personalizzabile in modo da rendersi autonomi; al progetto si accompagna l’attività di un’omonima onlus, attiva anche nella ricerca sulle patologie visive. Anna Mignosa, docente e ricercatrice nel campo dell’economia della cultura, ha quindi proposto un modo costruttivo e certo innovativo per considerare la fruizione dei beni culturali oltre il valore strettamente economico: “Incontro, collaborazione, creazione sono i valori che andrebbero valutati, anche se non contano dal punto di vista economico: ne derivano momenti di fecondità artistica e di crescita per i più giovani”.

Tra gli esempi proposti, l’attività delle Officine Culturali catanesi. Sul finale, il convegno si è riannodato all’armonia nelle sue forme artistiche, coinvolgendo l’ambito teatrale e quindi l’associazione Neon di Piero Ristagno e Monica Felloni: questi hanno offerto un saggio del loro modo d’intendere l’arte scenica, legando voce e ascolto, immagini e profonde suggestioni. “Il teatro ha permesso di scoprire ad ognuno di noi la propria fragilità, la diversità degli altri ci ha aiutato a conoscere la nostra”, ha ammesso Ristagno provando a definire il non semplice concetto armonico passando dalla poesia e dalla disabilità fisica. “Teatro come creazione”, lo hanno definito i fondatori di Neon, fautori di “una visione dell’umanità che non è quella di oggi, quella che muore sotto le bombe o per presunte incomprensioni”. E mentre in modo un po’ goliardico l’incontro si concludeva, mentre tra le maglie della Rete già correvano dati ed immagini, una certa parola ascoltata nelle ultime ore sembrava alzarsi su tutto per riassumere le idee affermate in tante differenti gradazioni: armonia come essenza.

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