La stirpe dei Ferrera |Dal "cavaduzzu" ai nuovi boss - Live Sicilia

La stirpe dei Ferrera |Dal “cavaduzzu” ai nuovi boss

Una pagina di storia criminale che ha per protagonista il cugino di Nitto Santapaola.

CATANIA – Li chiamano Cavadduzzi. È il nomignolo malavitoso dei Ferrera, una delle tre dinastie della famiglia catanese di Cosa nostra. Un cognome che oggi è tornato alla ribalta per il sequestro dei beni di Francesco Ferrera. Suo padre è Natale, ma il più “famoso” della stirpe è certamente lo zio “Pippo U cavadduzzu”. Il nonno di Franco è Salvatore Ferrera, marito di una D’Emanuele. Ed è da qui che bisogna cominciare a raccontare questa pagina di storia della mafia. Dai D’Emanuele. Tre sorelle che hanno sposato un Ferrera, un Santapaola e un Ercolano. Le mamme di Pippo Ferrera, Nitto Santapaola e Pippo Ercolano. Tre cugini. Tre capomafia. Tutto inizia da tre donne, quindi.

Il nome di Pippo Ferrera finisce nel maxi processo di Palermo (erano imputati anche i fratelli Franco e Nino). I pentiti raccontano che è stato uno dei rappresentanti della famiglia catanese a Palermo. Un ruolo che arriva dopo il colpo di reni di Nitto Santapaola che con la benedizione di Totò Riina diventa il rais della mafia di Catania e soppianta l’uomo d’onore Pippo Calderone, ucciso nel 1978. Sarà il fratello Antonino Calderone a raccontare ai magistrati per la prima volta come Santapaola riuscì a diventare il padrino di Catania. Pippo Ferrera, insieme ai suoi fratelli, fu uno dei fedelissimi del boss.

Hanno cercato di uccidere U Cavadduzzu fino in ospedale. Solo l’avvertimento di una guardia del corpo lo ha salvato dalla morte. I giornali hanno raccontato la sua fuga in pigiama dalla finestra. La corsia dell’ospedale trasformata in una zona di guerra. Fumo e pallottole tracciano la storia dei “cavadduzzi”. Un soprannome conquistato dal mafioso  – raccontava Attilio Bolzoni nelle colonne de La Repubblica negli anni Novanta- per la sua passione per i cavalli. Un cognome che ancora fa tremare tra le vie di San Cristoforo.

E alla corte dei “cavadduzzi” hanno militato alcuni dei nuovi capi di Cosa nostra catanese. Come Santo La Causa, oggi pentito, che per anni è stato il reggente operativo della cosca Santapaola-Ercolano. Ma la lista è lunga.


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