"Amat, Orlando al capolinea"| Il M5s presenterà la sfiducia - Live Sicilia

“Amat, Orlando al capolinea”| Il M5s presenterà la sfiducia

I consiglieri lasciano l'Aula per protestare contro l'assenza del sindaco.

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – “Orlando al capolinea …del tram. Ri-mozione subito!”. Questa la scritta che campeggia sul cartello esposto oggi dai consiglieri del M5s, che hanno lasciato il consiglio comunale per protesta contro il sindaco Orlando.

“Il Movimento 5 Stelle e tutta la minoranza aveva già chiesto ieri la presenza del sindaco Orlando, invitato a rispondere in Aula sui gravi problemi di bilancio di Amat, dopo la nostra denuncia che ha messo in luce i rischi sulla partecipata – dicono Ugo Forello, Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo – Il primo cittadino non si è degnato di presentarsi, mentre il presidente Totò Orlando, con un sorriso, ha dichiarato di non poterlo chiamare perché non in possesso del numero di telefono. Abbiamo pertanto ribadito in aula che presenteremo una mozione di sfiducia al sindaco chiedendo all’intero Consiglio comunale di appoggiarla per senso di responsabilità. Le menzogne di Leoluca Orlando sono gravi: lo sono nei contenuti e lo sono nella negazione di trasparenza e di rispetto nei confronti dei cittadini e di tutto il Consiglio comunale di Palermo”.

LE REAZIONI

“I consiglieri del Movimento 5 stelle, ad esclusione di Igor Gelarda, si sono resi protagonisti, in consiglio comunale, di una grande pagliacciata – dice Paolo Caracausi, consigliere comunale di Palermo del Mov139 in quota Idv – Hanno annunciato una mozione di sfiducia al sindaco, che però non risulta da nessuna parte, ed esposto cartelli abbandonando poi l’Aula. I grillini vogliono veramente cacciare Orlando? Bene, allora si dimettano e convincano altri consiglieri a fare altrettanto, visto che la mozione ha tempi lunghissimi ed è una boutade. Questa politica urlata non porta a niente e non serve a nessuno, se non a ricavare qualche spazio sui giornali: pensino piuttosto a risolvere le loro beghe interne, a livello locale e nazionale, dal momento che non riescono più a portare avanti una proposta in Aula senza che qualcuno di loro se ne dissoci”.

 

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