Carezze, gabbie e l'amore che c'è | L'estate lunga dei cani abbandonati - Live Sicilia

Carezze, gabbie e l’amore che c’è | L’estate lunga dei cani abbandonati

Hanno bisogno di affetto, ma vivono giorni difficili. Ecco chi se ne prende cura.

PALERMO – Li vedi stanchi e appesantiti, distesi sul ciglio della strada. Li vedi soli e zoppicanti attraversare sulle strisce pedonali, mentre automobilisti insofferenti attendono. Spesso decidono di vivere fuori da bar e ristoranti: perché, alla fine, una pizzetta o un calzone fritto ormai freddo e stantio anche il più indifferente dei titolari lo offre sempre. Ma è dove non puoi vederli che sono più vulnerabili e soli. Dentro gabbie improvvisate, in luoghi improvvisati, languiscono sotto il sole potente o la pioggia violenta di agosto. E’ l’esercito di cani randagi di Palermo.

L’ex mattatoio è ormai l’unico ricovero comunale in città. Un luogo sottodimensionato rispetto al numero di animali che contiene, circa 400. A fronte di 30 operai della Reset che si occupano a turno della manutenzione e pulizia delle gabbie, la parte ludico-ricreativa è affidata a quattro volontari. Pochi rispetto ai numerosi e sfortunati inquilini.

“Sì, siamo troppo pochi – dice Alessandra Musso, volontaria al canile e responsabile dell’associazione animalista Lida – riusciamo a malapena a dare una carezza ciascuno e farli passeggiare per massimo dieci minuti al giorno e nemmeno tutti i giorni”. L’iter per diventare volontari al canile è lungo “e spesso – continua Musso – le poche richieste che arrivano non vengono neanche vagliate dall’Amministrazione comunale. Con il risultato che spesso i cani passano anche due giorni di fila nelle gabbie”. Gabbie che, a quanto riportano i volontari e le saltuarie irruzioni di alcuni consiglieri comunali e di circoscrizione, sono troppo piccole, e spesso sporche. “Molte non sono dotate dei canali di scolo. Non possiamo certo dire al cane di fare i suoi bisogni una volta al giorno”.

Per cercare di arginare il problema a gennaio il Comune ha cercato di trovare una soluzione siglando un accordo con la Lav, la Lega antivivisezione con cui hanno creato un programma apposito per formare personale e incentivare le adozioni spostando circa quaranta randagi dalle celle dell’ex Mattatoio a canili meglio attrezzati del centro e Nord Italia. “Non possiamo che ringraziare sentitamente la Lav per quello che stanno facendo – sottolinea la volontaria – ma anche noi facciamo la nostra parte. Grazie alle nostre attività e alla pagina Facebook “Adozioni canile municipale Palermo” riusciamo a fare adottare circa dieci cani al mese. Il problema è che continuano ad arrivarne e quindi la situazione sembra rimanere inalterata”.

La vita dentro quello che i volontari chiamano “l’inferno” va avanti come in un luogo sospeso nel tempo. “I cani stanno decisamente meglio quando rimangono per strada – dice Musso -. Sono soli, spesso impauriti e la gente li caccia come se fossero mostri, ma almeno sono liberi. Nessun recinto, nessuna gabbia li tiene immobili”. Sono la solitudine e l’immobilismo le due condizioni che preoccupano di più i volontari: “Se al canile potessimo essere di più – spiega l’animalista – almeno facendo i turni potremmo farli uscire più spesso, potremmo offrire a questi splendidi animali un soggiorno meno duro”.

Nell’ultimo anno le polemiche con il Comune non sono di certo mancate tra post al vetriolo sui social network, proteste, minacce di querele e azioni legali vere e proprie. Ruggine che nasce dalla sospensione dei contributi alle associazioni che lavoravano all’interno del canile, dalla chiusura del presidio in via Tiro a segno e dai bandi per le adozioni incentivate messe in campo dall’Amministrazione comunale. Tutte scelte che hanno creato una frattura fra i due fronti. “E’ vero che le richieste per il reclutamento di nuovi volontari al momento sono in stand by – dice Francesco Fiorino dirigente del Comune e responsabile del canile – ma solo perchè stiamo elaborando e mettendo nero su bianco il nuovo regolamento. Anche grazie a questo progetto con la Lav saremo in grado di portare ordine in un luogo e in un settore complesso. Già nelle prossime settimane verranno diffuse le nuove modalità per prestare servizio all’interno dell’ex mattatoio”.

 

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