Assegno di cura, disabili in rivolta | La protesta per ritardi e disagi - Live Sicilia

Assegno di cura, disabili in rivolta | La protesta per ritardi e disagi

Corteo di protesta delle persone disabili (archivio)

Il comitato 'Siamo Handicappati No Cretini' prende posizione e annuncia manifestazioni.

La polemica
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3 min di lettura

Sembrava praticamente fatta e, invece, i disabili gravissimi siciliani e le loro famiglie sono di nuovo in rivolta. Ancora una volta, per affermare il proprio diritto all’assegno di cura nel rispetto delle modalità previste dalla legge. Modalità normate prima dal decreto presidenziale 589 del 31 agosto 2018, avente oggetto proprio i criteri e le modalità degli interventi finanziari in favore dei disabili, e poi dalla circolare dell’Assessorato alla Salute del 13 settembre, che ha stabilito disposizioni univoche per tutte le Asp e i 55 distretti socio sanitari. L’argomento, caldissimo, sono le modalità di riattualizzazione del patto di cura e dell’assegno di cura dei disabili gravissimi già censiti.

In prima linea il comitato di volontari Siamo Handicappati No Cretini, nato circa un anno e mezzo fa e seguito su Facebook già da oltre ottomila persone. Giuseppe Catalano, che ne cura l’aspetto amministrativo e legale, illustra i motivi della protesta: “La circolare emanata dall’assessore Ruggero Razza il 13 settembre ha dato un termine di 30 giorni per attuare le disposizioni, non perentorio ma del quale il comitato pretende il rispetto”.

Nel dettaglio, spiega Catalano: “Basta che l’Asp e distretti inviino una nota ai disabili gravissimi già censiti, in cui si informa della riattualizzazione, e li invitino a compilare il modello allegato”. Il modello in questione è stato pubblicato in pdf sul sito dell’Assessorato alla Salute il 14 settembre, “ma qualcuno – continua Catalano – lamenta di non averlo ricevuto. Per noi ciò non ha valenza: la norma regionale dice che, indipendentemente dal ricevimento delle circolari da parte delle Asp, si fa fede alla pubblicazione sul sito dell’Assessorato”.

Siamo Handicappati No Cretini pretende il rispetto di direttive, quelle emanate da Razza, chiare e non soggette a interpretazioni: i distretti socio sanitari dovrebbero diramare un avviso per spiegare alla persona disabile (o a chi la rappresenta) la necessità di compilare il modello, autocertificare l’ISEE e stabilire se sia superiore o inferiore ai 25 mila euro, ai fini della quantificazione del nuovo assegno. “Purtroppo e malgrado il miglior auspicio – lamenta Catalano – ad oggi alcuni distretti non hanno chiamato nessuno, altri si sono inventati delle procedure, altri ancora chiedono addirittura la convivenza dell’eventuale amministratore di sostegno (c’è chi può rappresentarsi da solo, ma ciò non vale per tanti altri disabili gravissimi, ndr). Ad alcuni – prosegue – si è chiesto anche di presentarlo, l’ISEE, nonostante nel modulo si parli di autocertificazione tramite una semplice crocetta. Che senso avrebbe fare un passaggio in più?”.

Lunia Ales è il socio che si occupa di rispondere ai messaggi pubblici e privati della pagina Facebook del comitato. Insieme ad altri membri si occupa di rilevare notizie e diffonderle, semplificandole nei termini. È stata lei a creare le linee guida su come presentare il modulo alle Asp e ai distretti socio sanitari, oggi facilmente reperibili in un post sulla pagina social ‘Siamo Handicappati No Cretini’. “Moltissimi sono infatti quelli che ancora non hanno compilato i moduli di attuazione – dice Ales – e che quindi vedranno posticiparsi ulteriormente l’erogazione del beneficio. Questa macchina amministrativa crea più difficoltà di quanto si possa immaginare e a volte costituisce la vera disabilità con cui doversi confrontare. Per queste ragioni abbiamo invitato tutti quelli che non hanno ancora avuto la possibilità di attualizzare il patto di cura a scaricare i moduli da internet, compilarli e inviarli alle rispettive Asp accompagnati da una lettera che intima la conseguente diffida”.

Avvisata anche la controparte amministrativa: “Abbiamo fatto noi stessi un comunicato – aggiunge Catalano – in cui si dice ai distretti ‘Io ti mando in allegato il modello come dice la circolare, così sicuramente ce l’hai. Ora sei in condizioni di erogare l’assegno entro 30 giorni. Se questo non avviene, siamo costretti a fare un decreto ingiuntivo con ulteriori spese’. Come se non bastasse, l’erogazione è bloccata da agosto, contro la legge che impone cadenza mensile”.

“Per farci sentire nelle sedi opportune – annuncia Giuseppe Catalano – giorno 10 ottobre il comitato sarà a Roma da Vincenzo Zoccano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Viceministro per la Famiglia e la Disabilità, da cui abbiamo avuto la disponibilità per la trasmissione dell’incontro in diretta Facebook. Saremo diplomatici fino a un certo punto”. 

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