"Voglio entrare nel suo cuore"| Appalti e mazzette, tutti i nomi - Live Sicilia

“Voglio entrare nel suo cuore”| Appalti e mazzette, tutti i nomi

Il Provveditorato alle opere pubbliche Sicilia e Calabria

Chi sono gli imprenditori indagati per corruzione.

PALERMO – Novembre 2017, le cimici dei poliziotti della squadra mobile sono accese e registrano l’intercettazione simbolo dell’inchiesta “Cuci e scuci”. Lorenzo Chiofalo è l’imprenditore che sta ristrutturando la scuola media Pirandello di Villadoro, una frazione di Nicosia, in provincia di Enna.

Sta parlando con Carlo Amato, ingegnere del Provveditorato alle opere pubbliche e responsabile unico del procedimento, finito ai domiciliari assieme ad altri tre colleghi: “… a prescindere del ragionamento mille più o mille meno, a me mi interessa entrare nel suo cuore, nel senso che, se c’è qualche cosa lei mi chiama, come mi ha chiamato ora, dice lei dov’è? A Barrafranca. Se possiamo fare qualche cosa la facciamo, perché per ora lavoro non ne ho, parliamo chiaro, come un libro aperto, con il cuore in mano…”.

Più che il cuore, secondo gli investigatori, Chiofalo in mano mise i soldi per pagare la tangente. Una cifra tra i cinque e gli otto mila euro consegnati ad Amato dal figlio di Chiofalo. Trattarono sul prezzo della corruzione. “… onestamente avevo pensato di chiudere tutto il totale a 5 (cinque mila, ndr), in base ai conti che mi sono fatto”, diceva Chiofalo ad Amato che non era convinto: “Veda lei. Mi pare poco, però… sinceramente di primo cuore, perché dico, volevo dare 3000 euro (tremila) a tutti e due e 5 io, però.. lei ce l’ha la valutazione, ripeto non mi pare che siamo, siamo lontani dalle idee insieme…”.

Chiofalo, pugliese di origine ma residente a Milazzo, nel Messinese, è uno degli otto imprenditori a cui il giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta ha applicato la sospensione per un anno: non potranno avere commesse dalla pubblica amministrazione. L’elenco è completato da Giuseppe Messina (Enna), Filippo Messina (Enna), Ignazio Spinella (Marineo), Tommaso D’Alessandro (Bagheria), Giuseppe Giovanni Tunno (Canicattì), Franco Vaiana (Pioppo), Giuseppe Pinto Vraca (Patti).

Il Provveditorato per le opere pubbliche Sicilia e Calabria dipende dal ministero delle Infrastrutture. È un ufficio che gestisce una miriade di lavori con la cosiddetta “procedura negoziata senza bando di gara”, applicata soprattutto per la messa in sicurezza delle scuole siciliane. La normativa prevede un ricorso alla procedura negoziata per lavori con soglia al di sopra di 40.000 euro ed al di sotto di 500.000, successivamente esteso sino alla cifra di 1 milione di euro. Esiste un albo unico degli operatori economici a cui attinge la stazione appaltante per decidere a chi affidarsi. I lavori vanno negoziati in base al minor prezzo e al migliore rapporto qualità-prezzo. Ci sono pure gli affidamenti diretti previsti con una soglia di 40 mila euro e assegnati ad una ditta individuata senza alcun criterio di selezione.

Secondo i pm Brandini, Ticino e Padova, coordinati dall’aggiunto Demontis, il sistema corruttivo si basava su una di partita di giro: i funzionari pubblici facevano lievitare i costi inserendo ad esempio lavori mai eseguiti in modo che gli imprenditori ottenessero le provviste necessarie per pagare le tangenti.

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