Recuperare il teatro parrocchiale | Un sogno per i ragazzi - Live Sicilia

Recuperare il teatro parrocchiale | Un sogno per i ragazzi

A firmare il progetto Padre Agostino e l'ingegnere Franca Iofrida.

RIPOSTO. C’è un piccolo gioiello, nascosto tra le vie Gioeni e Oratorio San Giuseppe a Riposto, costruito negli anni ’50 dai Padri Giuseppini. Un piccolo teatro, abbandonato da oltre 30 anni, a cui oggi si tenta di dare nuova vita. L’ambizioso progetto porta la firma di Padre Agostino, parroco dell’annessa Chiesa di San Giuseppe, e dell’ingegnere Franca Iofrida. Il sogno, come lo chiamano loro, è recuperare la struttura e renderla fruibile per il quartiere, dove gli spazi per i ragazzi scarseggiano. Ma c’è anche un valore affettivo.

Quel luogo è stato un punto di riferimento per generazioni di ragazzi, un luogo magico dove fare amicizia e crescere lontani dalla strada. “Quando ero piccola – spiega Franca Iofrida – era utilizzatissimo. Lo usavamo per tutte le recite della parrocchia, per le sfilate di Carnevale. Era un luogo di aggregazione per noi ragazzi. E adesso recuperarlo sarebbe davvero importantissimo soprattutto dal punto di vista sociale, anche perché la città ha tanto bisogno di cultura e di spazi in cui farla. Per me – prosegue – c’è anche una motivazione personale perché io ci sono cresciuta qui. Quindi sarebbe un obiettivo importante non tanto dal punto di vista professionale ma personale. Veder rivivere una cosa dove avevi piacere ad andare, dove andavano le famiglie, è molto bello”. Non solo.

Quel luogo rappresenta anche parte della memoria storica della città marinara. “Sarebbe molto importante recuperarla – prosegue Padre Agostino – perché ha un passato che possiamo definire glorioso. La Compagnia Teatrale Jonica è nata qui. E sono delle radici di cui dovremmo andare umilmente fieri. Ancora oggi potrebbe diventare un importante centro di aggregazione per i ragazzi”.


Un traguardo di certo non poco oneroso. La struttura, per quanto piccola, necessita di importanti interventi di ristrutturazione e di adeguamento alle vigenti normative. Il recente bando per il completamento e la ristrutturazione delle sale teatrali, emanato dalla Regione Siciliana, rappresenta una grande opportunità per ottenere i necessari finanziamenti.

Sono 5 i milioni di euro messi a disposizione per tutti i progetti che verranno approvati, con un tetto massimo ciascuno di 300mila euro. In questo caso, però, poiché si tratta di una struttura privata il finanziamento a carico della Regione sarebbe pari all’80%, mentre il 20% sarebbe a carico della Chiesa. Resta comunque arduo l’accesso ai fondi.

“Noi abbiamo sposato in pieno il bando – prosegue Franca Iofrida – In un articolo, infatti, viene sottolineato che l’eventuale pagamento di un biglietto d’ingresso deve rappresentare un contributo, non coprire l’intera spesa. Il teatro dunque deve avere una funzione sociale. Questo spazio andrebbe esattamente in questa direzione”. Il progetto prevede 99 posti in platea, che in futuro potrebbero diventare 130 con i dovuti adeguamenti.

“La struttura nasce come teatro – illustra l’ingegnere Iofrida- ed è quindi dotata di ambienti nel sottopalco. Il progetto prevede servizi igienici per gli attori ed un accesso diretto alla strada con una via di fuga. Il teatro è dotato anche di bocchettoni di aerazione, che ho mantenuto nel progetto. Ci sarà dunque un sistema di ventilazione per il ricircolo naturale dell’aria. La struttura, inoltre, verrà coibentata dal punto di vista termico”.


Oltre al progetto tecnico, come previsto dal bando, è stata inviata anche una relazione illustrativa sugli obiettivi e le finalità culturali della struttura. “Hanno presentato manifestazione d’interesse all’utilizzo dello spazio – dice Padre Agostino – diverse associazioni del territorio per laboratori teatrali e di lettura animata. Tra loro anche il cantastorie Luigi Di Pino. Anche l’istituto comprensivo “G. Verga” è interessato all’uso di quei locali. Tra l’altro c’è anche uno spazio esterno che potrebbe essere usato per altre attività. Stiamo sognando ad occhi aperti, lo so, ma ci speriamo”.
Entro i primi di giugno saranno resi noti i progetti finanziati. “Al di là di questo bando l’unica via possibile – commenta Franca Iofrida – sarebbe un crowdfunding. Potremmo pensare di coinvolgere le associazioni dei ripostesi nel mondo”.

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