I ragazzi, la memoria e la speranza | Borsellino, un altro anno è passato - Live Sicilia

I ragazzi, la memoria e la speranza | Borsellino, un altro anno è passato

Il ventisettesimo anniversario della strage di via D'Amelio. La diretta della giornata. FOTO.

L'anniversario
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PALERMO – Le agende rosse rivolte al il cielo al risuonare dei nomi delle vittime negli altoparlanti, gli sguardi che si incrociano commossi. In via Mariano D’Amelio in tanti piangono, anche di rabbia. All’evento commemorativo della strage di mafia che 27 anni fa uccise il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, chiunque salga sul palco pretende la verità. Lo fa anche guardando negli occhi i rappresentanti delle istituzioni in prima fila: tra loro il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, il senatore Pietro Grasso e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Chiede giustizia Angelina Manca, madre del medico 34enne Attilio, trovato morto nel 2004, ufficialmente per overdose ma sul cui decesso, secondo i familiari, avrebbe sempre aleggiato l’ombra della mafia. Grida: “Sono arrabbiato” il padre di Claudio Domino, bambino di 11 anni ucciso nel 1986 da assassini mai identificati. Chiede verità Brizio Montinaro, il fratello di Antonio, caposcorta di Falcone.

Una lotta che per Rita Borsellino è durata una vita; l’evento di oggi è il primo senza la sorella del giudice, scomparsa nel 2018. Gli organizzatori ricordano come l’ex europarlamentare non abbia mai voluto lasciare via D’Amelio per conservare una memoria storica tragica ma fondamentale per i posteri, e come il centro studi ‘Paolo  Borsellino’ abbia raccolto la sua eredità continuando a portare avanti gli ideali della famiglia.

LE FOTO

Alle 16:58 Adele Borsellino, nipote di Paolo, ricorda i nomi delle vittime della strage nell’ora esatta in cui avvenne 27 anni fa. Al nome del giudice sono subito applausi, ma poco dopo tutto torna ovattato. Poi una tromba suona il ‘Silenzio’, seguito dall’inno di Mameli, e Salvatore Borsellino legge la poesia ‘Giudice Paolo’ di Marilena Monti, visibilmente commosso nel rivivere, da fratello, quel 19 luglio 1992. In platea Marco, 52 anni, ricorda quando “quel botto mi ha fatto subito pensare al peggio, come se tutti sapessero ‘è successo sicuramente quello che penso’”. Non troppo distante da lui Marianna, 18enne, non può avere ricordi dell’accaduto ma è cresciuta “sapendo che se oggi ho certi diritti e anche doveri è grazie a persone che sono morte per me, pur non immaginando nemmeno che sarei nata”.

Le agende rosse contro il cielo. Ecco Matias. È seduto per terra e sorseggia il mate, infusione tipica del suo paese, l’Argentina. “Sono qui per apprendere le storie di mafia italiane e portarle oltreoceano, in Sudamerica”. È in via D’Amelio con ‘Our voice’, movimento internazionale fondato nel 2013. L’ideatrice, Sonia Bongiovanni, ha 18 anni. “Siamo nati seguendo l’esempio del giornale Antimafia Duemila – spiega – grazie a genitori e amici che ne facevano parte. Abbiamo ideato uno spettacolo teatrale che siamo riusciti a rappresentare anche qui in via D’Amelio, poi nelle scuole italiane e nel mondo. Siamo qui ogni anno, per mettere in scena nuovi spettacoli ma anche a raccogliere la voglia di testimoniare la lotta alle mafie da, e con, tutto il Sudamerica”.

Per il ‘giudice Paolo’ ci sono proprio tutti. Anche la scuola. ‘Enzo Ferrari’ di Susa, in Piemonte, presente con cinque studenti, un dipendente, l’insegnante accompagnatore Francesco e la dirigente scolastica Anna Giaccone. “Facciamo due tappe fisse in Sicilia, il 23 maggio per commemorare la strage di Capaci e il 19 luglio per quella di via D’Amelio – dice Francesco – ma il nostro è un lavoro di sensibilizzazione che dura tutto l’anno”. Tutto è reso possibile da alcuni agenti delle forze dell’ordine, tra cui l’unico sopravvissuto della strage di via D’Amelio Antonino Vullo, che organizzano il viaggio e gli incontri. Dice un ragazzo: “Sono qui per migliorare il futuro, partendo da noi giovani”.


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