Gregoretti, aperta un'inchiesta | Braccio di ferro Italia-Ue - Live Sicilia

Gregoretti, aperta un’inchiesta | Braccio di ferro Italia-Ue

(Foto Twitter / Credits: Francesco Rocca)

Il pattugliatore della Guardia costiera, con 115 migranti a bordo, ancora "in stallo" ad Augusta. Il Pd attacca il ministro Salvini

UN NUOVO CASO ''DICIOTTI''
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4 min di lettura

Non si sblocca la situazione della nave Gregoretti della Guardia costiera italiana, ormeggiata al porto di Augusta con ancora un centinaio di migranti a bordo. Il governo insiste e annuncia che “non scenderà nessuno fino a quando l’Europa non se ne farà carico”. Un portavoce della Commissione europea ribadisce che “i contatti” per la ridistribuzione dei migranti a bordo del pattugliatore “sono in corso” con gli Stati membri. Fino a ieri solo la Germania si è detta disponibile ad accogliere un gruppo di naufraghi.

La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per accertare le condizioni igienico-sanitarie dei migranti che si trovano nel pattugliatore. Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Il procuratore Fabio Scavone, che ha sentito a lungo il comandante della Gregoretti, ha incaricato tre consulenti in malattie infettive di effettuare un’ispezione.  Oltre ai tre medici sono saliti a bordo anche i carabinieri del Nas. “Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, dopo l’esito dell’ispezione potremmo trarre conclusioni”, dice Scavone. “Attualmente vi sono quindi 116 persone a bordo che ad esempio utilizzano un solo bagno. Alcuni lamentano dei fastidi fisici. Dobbiamo accertarne l’entità”, spiega il procuratore di Siracusa.

I migranti rimasti a bordo, soccorsi nei giorni scorsi in mare, sono adesso 115. Ieri sera sono stati fatti scendere 16 minori, che avevano dichiarato di avere tra i 15 e i 17 anni; uno, però, dopo i controlli, è poi stato costretto a risalire a bordo perché è stato dimostrato che ha in realtà 20 anni.

Al momento sul Gregoretti non ci sono nuclei familiari e sono tutti uomini. È stata effettuata una valutazione medica per le malattie infettive prima dello sbarco dei minori, già accompagnati nei centri di accoglienza, e per attivare le procedure di identificazione bisognerà attendere lo sbarco.

Il Partito democratico, mentre continua il braccio di ferro tra il governo nazionale e l’Unione europea, è intervenuto più volte e con più voci per chiedere che intanto si proceda con lo sbarco dei migranti a bordo della Gregoretti. “La Legge del mare è chiara. Gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia anche: salvare vite umane è un obbligo. Salvini la smetta con le sue ricette disumane e faccia il suo dovere: sbarcare immediatamente i naufraghi della Gregoretti e fare accordi in Ue per ricollocamenti”, ha scritto su Twitter il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, rivolgendosi direttamente al ministro dell’Interno, il vicepremier Matteo Salvini. “Impedire lo sbarco dei naufraghi della Gregoretti non è solo un’offesa alla Guardia Costiera italiana e ai migranti, è un reato. Esattamente come per la Diciotti, si tratta di sequestro di persona. E tutto il governo ne è responsabile”, twitta Matteo Orfini, deputato del Partito democratico, rincarando la dose. E la senatrice Roberta Pinotti, ex ministro della Difesa nel governo di centrosinistra della scorsa legislatura, ha twittato: “La nave Gregoretti è suolo italiano, come lo era la Diciotti. 135 persone sono private della possibilità di muoversi e costrette in mare da un ministro dell’Interno che agisce per mera miserevole propaganda, con il sostegno dei suoi alleati di Governo”, scrive, riferendosi al Movimento 5 stelle, che governa con la Lega. E un altro deputato dem, Filippo Sensi, aggiunge: “Un altro giorno di agonia per la Gregoretti. Naufraghi sequestrati, la Guardia costiera umiliata, l’opinione pubblica ingannata, la stampa non messa in condizione di svolgere il proprio lavoro. L’esito Diciotti per ‘quello là’ (cit.) mi pare scritto, non so il finale stavolta”.

“Quello là” è sempre il ministro Salvini, così come lo ha definito l’altro vicepremier, il ministro grillino dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in una registrazione circolata ieri di una riunione a porte chiuse del M5s che si è svolta a Cosenza. Il capo politico dei 5 Stelle racconta della necessità di raggiungere “un accordo di maggioranza” ogni qual volta bisogna prendere una decisione: “Ci dobbiamo sedere a un tavolo, io, Conte (Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio, n.d.r.) e quell’altro là”.

Il capo del Viminale, invece, oggi resta zitto sulla vicenda della Gregoretti anche sui suoi profili social, dove di solito è molto attivo. Per il pattugliatore, quindi, in assenza di accordi che coinvolgano gli altri paesi europei, si annuncia una nuova giornata di stallo.

“Urgenti informazioni” al comandante generale della Guardia costiera, ammiraglio Giovanni Pettorino, sono state chieste intanto dal Garante per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, sulle condizioni dei migranti trattenuti sulla Gregoretti e “sulle circostanze del negato sbarco”. La situazione delle persone a bordo, sottolinea Palma, si configura “come una privazione de facto della libertà personale”. Il Garante chiede “delucidazioni in relazione alla risposta o meno alla richiesta di un ‘posto sicuro’ (POS)”.


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