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LiveSicilia.it / Archivio / “Comuni sciolti per mafia? Partire dalle liste elettorali”

“Comuni sciolti per mafia?
Partire dalle liste elettorali”

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Nino Caleca, componente del Cga.

L'OPINIONE
di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo una nota di Nino Caleca, componente del Consiglio di giustizia amministrativa, sul tema dei Comuni sciolti per mafia.

Per evitare che i consigli comunali vengano sciolti per infiltrazioni mafiose sarà indispensabile valutare con attenzione la composizione delle liste elettorali e lo svolgimento della campagna elettorale. Per non avere, poi, spiacevoli sorprese. E’ quanto si deve chiaramente evincere da una recentissima sentenza del Consiglio di Stato destinata ad avere notevoli conseguenze anche in Sicilia.

Per ritenere un Consiglio Comunale degno di essere sciolto, ribadisce il Consiglio, “ai fini preventivi, che qui soli rilevano, può bastare infatti anche soltanto un atteggiamento di debolezza, omissione di vigilanza e controllo, incapacità di gestione della macchina amministrativa da parte degli organi politici che sia stato idoneo a beneficiare soggetti riconducibili ad ambienti controindicati”

Ma, ecco il nuovo principio: “Il fatto stesso che il consiglio comunale sia espressione, anche in parte minoritaria, dell’appoggio elettorale mafioso dato ad una lista o un’altra o, come nel caso di specie, che persino il -OMISSIS- e -OMISSIS- del consiglio comunale, poi dimessisi da tale carica, siano coinvolti in oscure vicende elettorali oggetto di indagine, che vedono il contributo determinante della mafia nel condizionare il voto popolare, è tale da inficiare irrimediabilmente il funzionamento del consiglio comunale per un suo vizio genetico, essendo difficilmente credibile, secondo la logica della probabilità cruciale, che un consiglio comunale i cui componenti siano eletti in parte con l’appoggio della mafia, per una singolare eterogenesi dei fini, possa e voglia adoperarsi realmente e comunque effettivamente, non solo per mero perbenismo legalitario, per il ripristino di una effettiva legalità sul territorio e per la riaffermazione del potere statuale contro l’intimidazione, l’infiltrazione e il sopruso di un ordinamento delinquenziale, come quello mafioso, ad esso avverso per definizione”

Ecco: un vizio genetico che non potrà essere corretto e che farà considerare apparente l’eventuale “perbenismo legalitario” e che porterà, quasi automaticamente allo scioglimento dei Consigli.

Riflettano i partiti politici.

Pubblicato il 28 Settembre 2019, 19:24
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