La fase 2 della Lega in Sicilia | Prossimo passo un assessorato - Live Sicilia

La fase 2 della Lega in Sicilia | Prossimo passo un assessorato

Nuovi ingressi sui territori. E all'Ars si guarda ai 5 Stelle separati in casa.

La Lega in Sicilia è entrata nel pieno della fase due. Cioè quella della “sicilianizzazione” del partito di Salvini. Dopo una prima fase caratterizzata dalla gestione “nordica”, saldamente in mano a Stefano Candiani (seppur con la collaborazione di dirigenti locali), ora il politico lombardo, pur continuando a sovrintendere le operazioni, sta lasciando un po’ più di campo alla nuova classe dirigente siciliana. Quella che ha preso corpo dopo il transito di Nino Minardo da Forza Italia, con la genesi del primo gruppo del Carroccio all’Ars, formato da quattro deputati, tutti eletti nel centrodestra, che hanno cambiato casacca. Posta la bandierina a Palazzo dei Normanni, in parallelo il Carroccio sta piantando altri vessilli negli enti locali. A maggio era stato eletto il primo sindaco leghista di Sicilia, Anastasio Carrà a Motta Sant’Anastasia. Nelle ultime ore ha fatto il suo ingresso nel partito anche il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvo Gallo, che diventa il primo sindaco leghista in provincia di Siracusa. “Sono e resto un moderato”, ha commentato lui. E negli ultimi mesi, sono stati diversi i consiglieri comunali, sparpagliati per la Sicilia, a fare una scelta analoga. Ora, il prossimo step è quello del governo regionale. Da cui fin qui la Lega è rimasta fuori. E dove potrebbe entrare a breve.

D’altronde, Nello Musumeci a fine anno aveva detto che per giugno un rimpasto ci sarebbe stato. La costituzione del nuovo gruppo della Lega potrebbe accelerare i tempi. Il capogruppo Antonio Catalfamo ha detto che il tema “non è di attualità” ma è difficile pensare che nell’incontro che il gruppo dirigente leghista dovrebbe avere la prossima settimana con il presidente della Regione non si parlerà anche di questo. L’assessorato che potrebbe finire al Carroccio è quello dell’Agricoltura, dove da quel dì traballa la poltrona del forzista Edy Bandiera. Peraltro, le continue emorragie di forzisti all’Ars hanno talmente ridimensionato il gruppo berlusconiano che il partito potrebbe perdere un assessorato secco in giunta. Certo, è più facile a dirsi che a farsi, le fibrillazioni non mancheranno, e l’aria tesa dell’Ars di questa settimana lo testimonia. La Lega potrebbe entrare in giunta con un tecnico d’area, si sussurra nei corridoi del Palazzo.

Intanto, i leghisti non perdono occasione per punzecchiarsi con gli alleati. Venerdì il capogruppo Catalfamo ha risposto polemicamente al collega di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò. Col movimento di Musumeci la scintilla non è mai scoccata. Ma il governatore sa che un legame robusto con l’uomo forte del centrodestra nazionale gli servirebbe eccome.

La fase due è ormai iniziata, insomma. E, aspettando una discesa in Sicilia di Salvini, i leghisti continuano a tessere la loro trama. Un obiettivo a cui sotto traccia pazientemente si lavora è quello di puntellare la risicata maggioranza dell’Ars. Perché fin qui, i nuovi gruppi nati all’Ars hanno solo redistribuito parlamentari già nel centrodestra, senza incrementare sensibilmente i numeri della coalizione. A Palermo come già a Roma si guarda al turbolento Movimento 5 Stelle. Come evidenziato da Livesicilia nei giorni scorsi, in occasione del voto sull’esercizio provvisorio ben sei grillini presenti a Palazzo dei Normanni non hanno votato contro il governo. Tra gli altri ci sono Tancredi, Pagana, Foti. Li chiamano ormai separati in casa. E da quelle parti si potrebbe pescare. Lo stesso Tancredi a Livesicilia ha parlato chiaramente della possibilità di una scissione. I rinforzi stanno arrivando.

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