"Qui tutto fermo, al Nord| aperte 70mila imprese" - Live Sicilia

“Qui tutto fermo, al Nord| aperte 70mila imprese”

La relazione di Armao all'Ars.

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PALERMO – Una crisi devastante in una Sicilia già molto sofferente. La Regione farà la sua parte, assicura l’assessore all’Economia Gateano Armao, intervenuto oggi all’Ars. Nel testo scritto della relazione del vicepresidente della Regione si individuano una serie di punti cruciali.

Il quadro di partenza

Armao ricorda che la devastante crisi economica provocata dal lockdown deciso per contrastare la pandemia si innesta in Sicilia in un quadro già sofferente. “Restano ancora da recuperare oltre 13 punti percentuali per tornare ai livelli del 2007 e questa nuova recessione rende ancor più ardua la congiuntura). Basti un dato, già riportato nel DEFR 2020-22 approvato da questo Parlamento, in un difficile decennio, tra il 2008 e il 2018, le famiglie in condizioni di povertà sono più che raddoppiate, sfiorando le 850 mila e crescendo da una quota del 4,6% al 10,3%”.

Le iniziative assunte

Qualcosa è stata già avviata, rammenta l’assessore all’Economia. Le prime iniziative anticicliche volte ad approntare misure straordinarie preordinate alla immissione di liquidità straordinaria sono state varate a livello regionale dal 10 marzo e risultano già operative attraverso IRFIS Finsicilia (stanziati 30 milioni del “Fondo Sicilia”, siglate le convenzioni con le prime due banche regionali e domani con la terza, assicurata la copertura mediante il fondo centrale di garanzia, dopo un serrato negoziato con il MISE, coinvolto il sistema dei confidi regionali, per una misura che punta a mobilitare oltre 600 milioni di euro di finanziamenti alle imprese). Varata anche la moratoria dei mutui, d’intesa con Abi-Sicilia, estesa ad IRFIS, CRIAS e IRCAC, con riduzione degli oneri per le imprese. Stanziati 100 milioni (ma al momento il decreto ne muove solo 30) per l’assistenza alimentare.

Il trattamento del Nord

Armao sottolinea un dettaglio non di poco conto. “Mentre in una parte del Paese si dice che ci sono 70mila imprese che usando l’autocertificazione sono già al lavoro, in Sicilia tutte stanno rispettando il blocco. Su questo occorre riflettere”. Così il vice presidente della Regione rimarca una sostanziale differenza tra il tessuto produttivo del Centronord e quello siciliano completamente, o quasi, paralizzato dal lockdown. Che travolge anche l’economia del “nero”: “Il segmento del sommerso, pur così rilevante del nostro sistema economico rischia di restare privo di qualsiasi forma di tra le misure finanziarie predisposte a livello statale. Con questo non si intende in alcun modo articolare un’”apologia del sommerso” che è e resta illegale, ma attenersi ad un approccio concreto e pragmatico”. Secondo le ultime stime (dati MEF), infatti, “l’incidenza dell’economia non osservata (ovvero l’aggregato economia sommersa e attività illegali) è molto alta nel Mezzogiorno (19% del valore aggiunto) ed in Sicilia raggiunge il 19,2%”, ricorda Armao.

I fondi europei

Armao si sofferma sulla necessità che i fondi europei restino al Sud e che siano risorse aggiuntive e non sostitutive di quelle statali. “Occorre scongiurare che si replichi il “paradigma delle ferrovie”: al nord (come per l’alta velocità) si realizzano le infrastrutture ed acquistano i mezzi con la fiscalità generale (di tutti i contribuenti) ed in Sicilia, come nel Sud, in gran parte con le risorse europee”.

Il contributo al risanamento

Centrale è l’interlocuzione con lo Stato in merito al contributo al risanamento della finanza pubblica imposto dallo Stato alle regioni. L’allentamento dei vincoli europei potrebbe permettere alla Regione di trattenere quella somma, si parla di un miliardo, che dovrebbe essere vitale per la finanziaria di emergenza che il governo ieri ha solo impostato e che attende, per la sua approvazione in giunta, che si sciolga questo nodo essenziale.

 

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