L'inchiesta sulla Sanità? | Il problema è la politica - Live Sicilia

L’inchiesta sulla Sanità? | Il problema è la politica

Tutti a prendere le distanze da soggetti e da metodi assai familiari nei Palazzi del potere

SEMAFORO RUSSO
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3 min di lettura

“Spregiudicatezza, pressioni per ottenere incarichi, intimidazioni”, “Condotte illecite, corruzione sistemica della sanità siciliana”. Sono solo alcune delle dure espressioni usate dal GIP e dalla Guardia di Finanza riferite all’ennesima inchiesta giudiziaria, con arresti eccellenti, venuta alla luce in queste ore per corruzione, tangenti, appalti pilotati, intrighi, sprechi criminali nell’ambito della sanità siciliana. E ancora troviamo coinvolti simboli della lotta alla mafia e all’illegalità.

Assale lo sconforto e al contempo rimaniamo in attesa degli eventuali processi. Fino ad allora nessuno è colpevole. Il punto è un altro e riguarda l’insopportabile copione di dichiarazioni di esponenti del mondo politico e istituzionale puntualmente recitato in tali occasioni. Tutti sembrano cadere dal pero, tutti a prendere le distanze da soggetti ben conosciuti e da metodi assai familiari nei Palazzi del potere, tutti a invocare controlli ai raggi X. Controlli a un tratto compulsivi, ce lo dice l’esperienza, che spesso ostacolano il lavoro degli onesti e non impediscono di rubare ai disonesti.

Non ci girerò intorno. Non deve interessare il profilo penale della vicenda perché, lo ripetiamo, la responsabilità penale nel nostro ordinamento è personale, riguarda i giudici e chi sarà giudicato colpevole con sentenza definitiva ne pagherà le conseguenze. Ciò che, invece, importa è andare a monte della mala politica e della cattiva amministrazione, indipendentemente dalla commissione o meno di reati. Ribadiamo con chiarezza quanto più volte scritto su questo giornale: quando un alto burocrate, un “gabinettista”, un presidente o membro di una società partecipata, di un teatro, di un ente controllato dalla Regione, un manager o direttore di strutture ospedaliere riesce a rimanere al suo posto, magari cambiando incarico, qualunque colore abbiano i governi che in Sicilia si succedono, qualunque siano i risultati raggiunti, vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato, anzi, molto di sbagliato. Vuol dire, non avendo notizia di curriculum con l’indicazione di premi Nobel, lauree ad honorem o particolari riconoscimenti internazionali da rendere insostituibili determinati personaggi – e comunque è sempre opportuno evitare incrostazioni e consolidamenti di posizione – che c’è sotto un tacito patto di favori reciproci tra una politica uguale da destra a sinistra nei suoi malefici riti e amministratori pubblici a servizio del potente di turno; vuol dire che c’è carenza di etica professionale e individuale, mancanza della necessaria separazione tra indirizzo politico e autonomia di gestione; vuol dire che la logica è solo elettorale e spartitoria.

Una logica secondo la quale gli uomini e le donne buoni in ogni stagione vanno benissimo, vanno benissimo alla destra, al centro e alla sinistra. Li chiamano elegantemente esperti, tecnici, facendo torto a tanti esperti e tecnici però privi di tessere di partito o non frequentatori di bar e segreterie politiche cui pertanto è precluso ogni accesso ai piani alti del sottogoverno. I fatti corruttivi possono venire appresso, addirittura le cronache giudiziarie ci hanno raccontato negli anni di vere e proprie collusioni con la mafia a spese della sanità pubblica e di altri strategici settori; ciò purtroppo accade sovente ormai da decenni. Ma anche in assenza di fatti corruttivi e prima di quelli il sistema si rivela comunque marcio perché basato sulle convenienze, sugli affari, sulla consacrazione di cerchi magici impenetrabili, non sulla competenza unita a disinteresse, tanto meno sulla distinzione tra idee politiche diverse e relativi progetti politici diversi per la collettività. Insomma, il trionfo della squallida filosofia: “Franza o Spagna purché se magna”. Con o senza codice penale. Rimane un’ultima considerazione, in generale, a prescindere dalla cronaca odierna, così tranciante da apparire una provocazione. Può accadere che col tempo si possa perdonare un assassino, mai un corrotto che ha lucrato in modo premeditato e continuato sulla sofferenza di esseri umani costretti su letto d’ospedale e delle loro famiglie.


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