Appalto "pilotato" per lo scuolabus| Una sola condanna, tre assoluzioni - Live Sicilia

Appalto “pilotato” per lo scuolabus| Una sola condanna, tre assoluzioni

Castronovo di Sicilia

Regge l'accusa di estorsione, ma non quella dell'accordo con i dipendenti comunali

CASTRONOVO DI SICILIA
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PALERMO – L’unico condannato è Antonino Biancorosso, a cui sono stati inflitti sette anni di carcere. Tutti gli altri imputati sono stati assolti dal giudice per l’udienza preliminare Roberto Riggio.

Secondo l’accusa c’era stato un patto illecito, aggravato dalle minacce, per fare aggiudicare a Biancorosso, già condannato per mafia, l’appalto per il trasporto scolastico degli alunni della scuola di Castronovo di Sicilia.

Alla fine non ha retto l’ipotesi che i dipendenti comunali fossero al corrente della turbativa d’asta e dell’estorsione subita dall’imprenditore costretto a fare un passo indietro. Si tratta del titolare di una ditta di trasporti di San Giovanni Gemini (Ag), aggiudicatario della gara d’appalto, che sarebbe stato minacciato per ritirarsi e fare scorrere la graduatoria affinché la commessa finisse nelle mani di Biancorosso. L’imprenditore si era costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Danilo Giracello e ha ottenuto un risarcimento danni di venti mila euro.

Assolti Bruna Biancorosso, Gerlando Schembri e Giuseppe Alfonso Vitale. Questi ultimi due, rispettivamente segretario generale dei Comuni di Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Vicari e Roccapalumba, e responsabile dell’Ufficio scolastico, erano finiti agli arresti domiciliari. Altri imputati sono sotto processo con il rito ordinario. Gli imputati erano difesi dagli avvocati massimo D’Angelo, Roberto Tricoli, Raffaella Geraci e Nino Zanghì.

A denunciare la vicenda  fu l’ex sindaco del paese in provincia di Palermo, Francesco Onorato. Sarebbe stato Biancorosso ad esercitare pressioni per aggiudicarsi il servizio di scuolabus per trentuno mila euro. Biancorosso, alla luce delle condanne e delle interdizioni, non poteva fare l’imprenditore, ma avrebbe aggirato i divieti passando la mano alla figlia Bruna. La donna, presunta intestataria fittizia, è stata assolta.


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