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LiveSicilia.it / Politica / Fava e l’Antimafia alla Geotrans Azienda che ha sconfitto Ercolano

Fava e l’Antimafia alla Geotrans
Azienda che ha sconfitto Ercolano

Un momento della visita alla Geotrans
La Commissione regionale sta lavorando a un'inchiesta sulla gestione dei beni confiscati.
LA VISITA
di Laura Distefano
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CATANIA – Da Palermo alla zona industriale di Catania. La Commissione Antimafia guidata dal Presidente Claudio Fava, questa mattina, ha svolto una visita alla Geotrans, l’azienda di trasporti strappata alle mani della famiglia mafiosa degli Ercolano. La società, che è stata confiscata in modo definitivo ormai da quasi un anno, è riuscita a rimanere sul mercato grazie alla forza dei dipendenti che oggi hanno costituito una cooperativa e sono pronti a scommettere sulle loro capacità. Dal giorno del sequestro è iniziata una strada in salita: clienti che hanno scelto di andare nell’altra società creata dagli Ercolano, i pregiudizi di un mondo poco informato, le vessazioni degli ex proprietari, le difficoltà dell’accesso al credito, il mancato sostegno delle istituzioni.

“Non basta strappare un’azienda alla mafia, poi bisogna garantire la sua esistenza sul mercato. Togliamo ai mafiosi per restituire agli onesti. La restituzione va fatta, perché se ci limitiamo a togliere forniremo argomenti a chi dice ‘con la mafia si lavora, con la legalità e lo Stato invece si soffre la fame’”, ha detto Claudio Fava durante la visita negli uffici e nello stabilimento di blocco Giancata. Insieme al presidente anche i parlamentari Nicola D’Agostino, Rossana Cannata, Giuseppe Zitelli e Gaetano Galvagno. “La Geotrans ci racconta che la mafia toglie risorse, umilia, toglie dignità. Non è soltanto una violenza diffusa è anche una necessità di prevaricare anime, pensieri, risorse, futuro”, ha aggiunto Fava. La corsa ad ostacoli di Geotrans è la cartina di tornasole di un sistema, come quello della gestione dei beni confiscati, che ha molte storture, da punto di vista normativo e anche per il ruolo dell’agenzia nazionale. L’inchiesta su cui sta lavorando la Commissione Antimafia non vuole essere solo una radiografia ma anche un punto di partenza per rilanciare la gestione dei beni confiscati.

“La storia di questa azienda – ha detto Fava a LiveSicilia – è la prova che si possono sbattere fuori dalle pagine più tristi della storia siciliana famiglie mafiose come quelle degli Ercolano con tutto l’indotto di parentele, i Mangion, i Santapaola. Questa filiera parentale che ha pesato come una cappa sulla Sicilia e su questa città e anche sull’economia siciliana. Si dimostra che è possibile voltare pagina e sbarazzarsi di queste famiglie e avere un’azienda affidata -ha aggiunto il presidente della Commissione Antimafia – al lavoro quotidiano e onesto dei suoi dipendenti che non sono carne da cannone dei padroni mafiosi ma che sono lavoratori capaci di riscattarsi e di riscattare con il loro lavoro il destino di questa azienda. Questo – ha concluso Fava- mi sembra il messaggio più importante della visita di oggi”.

La gestione dei beni confiscati è solo una delle inchieste a cui sta lavorando la Commissione Antimafia in questo periodo. Non dimentichiamo l’indagine sugli appalti della sanità e l’approfondimento sulle storie controverse di alcuni comuni sciolti per mafia. Un percorso che continua dopo quello sul sistema Montante, sull’attentato al Presidente Antoci, al ciclo dei rifiuti in Sicilia. Relazioni che hanno scatenato anche duri attacchi a cui sono seguite, in un’occasione, querele. “Sono punture di zanzare – commenta Nicola D’Agostino – che danno fastidio la notte, nulla di più. Semmai possono essere il segnale che stiamo dando fastidio, che abbiamo toccato i nervi scoperti. Ma sono sicuro che andando avanti tutto sarà molto più chiaro. E a chi dice che essere in Geotrans, e dunque con la legalità e contro gli Ercolano, è una passerella, vuol dire che sta dall’altra parte e quindi con gli Ercolano e i Santapaola”.

Pubblicato il 11 Giugno 2020, 21:0312 Giugno 2020, 15:19
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