Blitz Dakar, mafia e sangue| Killer e boss davanti al gip - Live Sicilia

Blitz Dakar, mafia e sangue| Killer e boss davanti al gip

Gli interrogatori di garanzia.

CATANIA – “Non ho mai avuto alcun rapporto con Lorenzo Saitta, u scheletro”. Ha deciso di rispondere alle domande della gip Simona Ragazzi il boss di Cosa nostra Maurizio Zuccaro, accusato di essere uno dei mandanti dell’omicidio di Michele Costanzo, ucciso alla zona industriale di Catania nella primavera del 2004. Il santapaoliano, difeso dall’avvocato Giuseppe Rapisarda, sabato scorso ha affrontato l’interrogatorio di garanzia dopo che giovedì mattina gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

L’inchiesta Dakar, condotta dal Ros e dai Carabinieri del comando provinciale di Catania, è riuscita a mettere altri tasselli ad una cruenta pagina della storia della mafia catanese iniziata con l’agguato ad Alfio Mirabile, uomo di fiducia di Nino Santapaola, fratello di Nitto. L’indagine, coordinata dal pm Rocco Liguori, è riuscita anche grazie alle dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia a cristallizzare quello che era già emerso nel processo che ha portato alla condanna all’ergastolo in primo grado proprio di Lorenzo Saitta.

In appello sono entrate le dichiarazioni di Dario Caruana che ha puntato il dito anche contro Arnaldo Santoro, che – a differenza di Zuccaro – si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’indagato, difeso dagli avvocati Francesco Antille e Salvo Centorbi, ha scelto la via del silenzio durante l’interrogatorio di garanzia. 

L’operazione dei Ros ha riempito i pezzi vuoti anche sull’omicidio di Salvatore Di Pasquale ucciso, quasi sicuramente da innocente, davanti a un camion di panini di Trappeto nord. Le rivelazioni di Caruana, reo confesso del delitto, hanno permesso di individuare gli altri componenti del gruppo di fuoco.

Marco Strano, difeso dall’avvocato Salvo Pace, non ha risposto alle domande del gip ma ha fatto delle dichiarazioni spontanee. “Ammetto le mie responsabilità – ha detto – e mi riporto all’interrogatorio già reso al pm che confermo integralmente”. L’indagato, infatti, dopo aver letto su LiveSicilia e sul Mensile S le dichiarazioni del killer Caruana ha deciso di presentarsi in Procura lo scorso autunno. Lo stesso ha fatto Luigi Ferrini, difeso dall’avvocato Lucia D’Anna, che ha ribadito al gip quanto affermato al pm, specificando che “si ritiene responsabile della morte di Giorgio Armani”.

Hanno sostenuto l’interrogatorio di garanzia anche Angelo Pappalardo, difeso dall’avvocato Pino Ragazzo, e Pietro Privitera, assistito dal penalista Gabriele Celesti. Il primo non ha risposto alle domande del gip, mentre Privitera ha sostanzialmente ribadito quanto ha ammesso a dicembre davanti al pm. La prossima puntata dell’inchiesta si svolgerà davanti al Tribunale del Riesame. 

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