Uffici chiusi, locali deserti| Lo smart working uccide il centro - Live Sicilia

Uffici chiusi, locali deserti| Lo smart working uccide il centro

A pranzo bar e ristoranti deserti. Il grido di dolore degli esercenti.

PALERMO – “A ora di pranzo, nei locali del centro, prima si faceva fatica a trovare un tavolo libero. Adesso, con il Coronavirus, è già tanto se se ne riempie qualcuno. In giro c’è il deserto”. Salvo è un impiegato di banca e lavora tra la zona del Teatro Massimo e quella del Politeama, in quello che una volta era il cuore pulsante di Palermo: pochi chilometri quadrati in cui si concentrano banche, assicurazioni, giornali, studi professionali, sedi di grandi aziende, partiti e uffici pubblici con centinaia di persone che, normalmente, a ora di pranzo affollano bar, ristoranti, caffetterie, tavole calde e locali da asporto.

Un’economia a sé fatta di riunioni attorno a una tavola imbandita, caffè e cappuccini ordinati a metà mattinata, colazioni veloci prima di timbrare il cartellino o pranzi fra le due e le tre del pomeriggio. Scene spazzate via dal Covid e che, anche in fase 2, sembrano solo un lontano ricordo. E per rendersene conto basta fare un giro in centro e provare a entrare in locali fino a qualche mese fa stracolmi: sale semivuote, pochi coperti, tavoli apparecchiati ma senza che nessuno vi si sieda.

Un tracollo dovuto a più fattori: non tutti gli uffici hanno riaperto a pieno regime, molti lavoratori sono ancora in smart working o lo sono per parte della settimana, altri sono stati licenziati o sono in cassa integrazione a ore e, a causa delle rigide regole da rispettare, molte riunioni ora si tengono sul web piuttosto che di presenza. “E’ una realtà drammatica che vivono in modo particolare i locali vicini agli uffici – dice Francesca Costa di Confesercenti Palermo – Quello del pranzo è diventato un orario critico: chi ha dei tavoli all’esterno inizia a vedere qualche segnale di ripresa, ma la ristorazione che non può usufruire di spazi all’aperto è praticamente ferma. Le perdite sono notevolissime”.

Un calo che varia da situazione a situazione, ma che oscilla tra il 50 e l’80%. “I clienti del pranzo sono venuti a mancare – dice Antonio Cottone di Fipe Confcommercio – ma in generale tutto è diminuito: molti si organizzano con un pranzo a sacco o una cosa veloce ed economica. Questo si aggiunge alla mancanza di turisti e quindi il calo è devastante: qualcuno sperava di andare avanti con i clienti palermitani, ma non ci si riesce”.

Anche i business lunch sono ormai un lontano ricordo: i voli sono pochi e cari e quindi le grandi aziende spingono i propri dirigenti alle riunioni a distanza, piuttosto che mandarli nelle varie città.

“Il calo inizia con la colazione nei bar e prosegue a pranzo nei ristoranti – commenta Doriana Ribaudo dell’Osteria Ballarò – In centro storico ci sono banche e uffici pubblici e qui il crollo è anche del 90%: siamo in estate, i palermitani si trasferiscono nelle case al mare e dopo il lavoro vanno subito via. In questo periodo solitamente si sopravviveva con i turisti, ma oggi non c’è nessuno: avevamo aperto anche un take away per un pranzo veloce ma gli uffici sono chiusi, i negozi a regime minimo e non ci sono clienti. I guadagni non riescono a coprire i costi, c’è solo il deserto”.

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