Le minacce per il terreno | Dissidi Messina Denaro-Riina - Live Sicilia

Le minacce per il terreno | Dissidi Messina Denaro-Riina

È uno dei retroscena del blitz della squadra mobile di oggi.

Una lettera intimidatoria scritta da Matteo Messina Denaro nel 2013 per dirimere, a modo suo, la questione sull’utilizzo di un terreno. Terreno che in passato era stato anche nella disponibilità di Totò Riina, e che era passato al boss di Campobello di Mazara, Alfonso Passanante.

C’è anche questo retroscena dell’inchiesta che stamani ha portato all’arresto di due persone. Una delle quali, Giuseppe Calcagno, considerato uno dei pistoni del latitante di Castelvetrano. L’intervento era essenziale anche per risolvere dissidi per l’utilizzo di alcuni fondi agricoli e per il pascolo nelle campagne di Castelvetrano.

Attraverso le attività tecniche di intercettazione la direzione distrettuale antimafia di Palermo e la squadra mobile di Trapani hanno svelato il tentativo di estorsione nei confronti degli eredi del defunto Passanante affinché cedessero la proprietà di un vasto appezzamento di terreno in contrada Zangara. Le minacce dalla cosca mafiosa di Campobello, rappresentata dal boss Vincenzo La Cascia, furono avallate anche da una lettera intimidatoria attribuita a Messina Denaro. Il retroscena svela i dissidi che segnarono allora i rapporti fra il capomafia di Castelvetrano e Totò Riina.

Quel terreno sarebbe appartenuto al capo dei capi e Messina Denaro si sarebbe parecchio indispettito del fatto che se ne fosse impossessato senza dirgli nulla. Forse è anche per questo che Messina Denaro in uno dei pizzini nei quali si firmava Alessio ritrovati nel covo di Bernardo Provenzano a Montagna dei cavalli diceva di riconoscersi più nell’operato di quest’ultimo che non in Riina.

Di una contesa per dei terreni si parlava anche nella vicenda di un’allevatrice, Leonarda Furnari, 36 anni, figlia di un boss morto suicida in carcere e ‘figlioccia’ di don Vito Gondola. Furnari si sarebbe rivolta alla cosca mafiosa per indurre l’acquirente di un terreno a farsi da parte.

Secondo l’accusa, la donna, la quale parlava della mafia come “una filosofia di vita”, sarebbe inserita nel contesto criminale. Di avviso opposto il gip che ha respinto la richiesta di arresto.


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