CATANIA – “In Provincia di Catania Fratelli d’Italia ha lavorato e lavora per l’unità della coalizione che ben governa la Città Metropolitana di Catania, la Regione Siciliana e che a livello nazionale riscuote il consenso della maggioranza degli italiani”. Alberto Cardillo, coordinatore provinciale di FdI, entra nel dibattito in vista delle Amministrative d’autunno e chiarisce in nodi relativi soprattutto alle divisioni registrate a San Giovanni la Punta.
“La frammentazione e l’eccesso di localismo – continua – ha spesso dato vita a pessime amministrazioni che dietro il finto civismo hanno nascosto invece solo lotte intestine tra diversi individualismi del tutto inutili e dannosi per le comunità locali”. Per questo, aggiunge, “abbiamo il dovere di ricercare le ragioni dell’unità del centrodestra, certamente nei Comuni al voto con il sistema proporzionale ed anche in quelli più popolosi che voteranno con il sistema maggioritario solo per una stortura della legge elettorale”.
E aggiunge: “Vale la pena ricordare che questo percorso di ricomposizione segue ad un periodo lungo almeno due lustri, nel corso dei quali i partiti liquefatti o in via di dissoluzione hanno rinunciato alla propria funzione di coordinamento politico dei territori, lasciando spazio ad un sostanziale “liberi tutti”.
Cardillo blinda l’attività del partito di Meloni in provincia. “Rivendico con umiltà e altrettanto orgoglio che Fratelli d’Italia è tutt’oggi l’unico partito organizzato in circoli territoriali regolarmente costituiti dove si discute e ci si confronta e dove alla fine si parla con una voce sola. Vi sono alcune criticità? Certo, e per fortuna direi: meglio i problemi dovuti alla crescita che quelli della decrescita. Una cosa però è chiara: questo non è un partito per la difesa di interessi individuali. Appare solare, dunque, che a chi non sta bene un sistema di regole si trovi a disagio nel nostro partito ed è giusto che vada a ricercare fortuna altrove”.
A San Giovanni la punta, Laura Iraci lancerà il progetto Alleanza Puntese a sostegno però di Nino Bellia, sindaco uscente prossimo al centrosinistra. “Per quanto riguarda le primarie come sistema per la ricerca di possibili candidati sindaco della coalizione – dice Cardillo –ritengo siano lo strumento più democratico e partecipativo che possa esistere per la scelta di un nome in grado unire una coalizione sulla base del consenso popolare. A chi parla in maniera del tutto improba di possibili infiltrazioni mafiose in questo tipo di competizioni – sottolinea – mi permetto di far notare che la mafia si muove nelle zone grigie della politica, lontane dalla piazza democratica dove a decidere sono cittadini per la stragrande maggioranza liberi da ogni condizionamento”.