Italgas, parcella da 120 milioni | È la richiesta degli ex amministratori - Live Sicilia

Italgas, parcella da 120 milioni | È la richiesta degli ex amministratori

Il compenso si riferisce a solo un anno di gestione, tra il 2014 e 2015.

Centoventi milioni di euro: a tanto ammonta la richiesta che i quattro ex amministratori giudiziari della società Italgas hanno presentato alla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. La parcella si riferisce a solo un anno di gestione, tra il 2014 e 2015. A nominarli fu il collegio presieduto da Silvana Saguto e composto da Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata, tutti imputati a Caltanissetta.
La decisione sulla liquidazione spetta ora al nuovo collegio delle misure di prevenzione, presieduto da Raffaele Malizia. I giudici potranno rivedere al ribasso la richiesta che è stata presentata applicando il parametro massimo da parte dell’avvocato palermitano Andrea Aiello, del commercialista milanese Luigi Saporito, dell’ingegnere agrigentino Sergio Caramazza e del professore della scuola Sant’Anna di Pisa Marco Frey. Come ha raccontato il Giornale di Sicilia il parametro applicato è lo 0,5% dei ricavi e il 5% degli utili della azienda. O meglio del colosso,  con sede a Torino, 7 sette  distretti in tutta Italia, 3300 dipendenti, fatturato annuo 1,3 miliardi.
L’azienda venne sottoposta a questa procedura a causa delle presunte infiltrazioni mafiose per via di alcuni sub appalti assegnati agli imprenditori Cavallotti, di Belmonte Mezzagno, assolti in sede penale, ma sottoposti a una misura di prevenzione. Per recidere questi rapporti il collegio Saguto , su proposta della Procura della Repubblica, decise di sottoporre l’intera azienda prima alla amministrazione di un comitato di saggi da loro scelti e poi al controllo giudiziario per tre anni. Il controllo giudiziario fu revocato dopo un solo anno nel 2016 dalla Corte d’Appello.
La maxi parcella da 120 milioni è venuta fuori applicando alla lettera i parametri che imposti dal DPR 177 del 2015, una misura che era stata decisa per contenere i guasti del cosiddetto sistema Saguto. E cioè la libertà dei giudici nel liquidare i compensi agli amministratori basandosi sul presunto valore delle aziende sequestrate o confiscate. Un valore che potrebbe essere stato sovrastimato proprio per consentire parcelle più pesanti.

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