PALERMO – Dalle 20 di ieri i vigili del fuoco lavorano per prosciugare il sottopasso di viale Regione Siciliana, a Palermo, che ieri ha inghiottito numerose automobili. La quantità di acqua è notevole e l’attività
potrebbe andare avanti anche domani. La buona notizia è che i
sommozzatori non hanno trovato corpi e man mano che passano le
ore aumenta l’ottimismo. Su una colonna che contiene gli interruttori del semaforo, sono poggiate alcune targhe di auto, recuperate in fondo al
sottopasso. Dai numeri delle targhe si sta risalendo ai proprietari delle vetture che saranno contattati per assicurarsi delle loro condizioni. Quando il livello dell’acqua scenderà a una quota bassa, sarà portato via il fango che si è depositato sulla carreggiata e solo allora le ultime paure scompariranno. Finora dalla grande pozzanghera affiora qualche cima di
oleandro, gli alberi che fanno da spartitraffico.
L’acqua risucchiata viene scaricata nei tombini della condotta fognaria. Gli scarichi del sottopasso, probabilmente intasati, nulla hanno potuto contro l’intensità della pioggia, mentre le pompe di sollevamento – non si sa se funzionanti, ma comunque non collegate a gruppi elettrogeni – non potevano essere attivate per la mancanza di energia elettrica, saltata a causa dell’inondazione. Poco distante dal luogo più colpito dal forte temporale di ieri, i commercianti fanno la conta dei danni: un fioraio cerca di drenare l’acqua dei vasi: “Ho passato qui la notte – dice – al buio. La corrente elettrica è tornata soltanto alle 4 del mattino. Non è la prima volta che si verifica una situazione del genere e non credo sia l’ultima. Ogni volta ricominciamo daccapo, ma quello che è successo ieri non si può raccontare”. Il sole è tornato a splendere su Palermo. La gente si ferma sul cavalcavia e scatta fotografie. Giuseppe D’Agata, che abita nella zona, mostra alcune immagini del passato: “Questa foto – dice – è del 2016. Allora l’acqua non ha raggiunto questo livello, ma i danni ci sono stati lo stesso: auto impantanate e gente in fuga. Quando finirà tutto questo?”. (ANSA)