Bagno in piscina nelal villa confiscata e con la luce rubata: condannati

In piscina nella villa confiscata| E con la luce “rubata”: condannati

La scoperta lo scorso luglio

PALERMO – Non solo ha occupato abusivamente una villa confiscata alla mafia, ma avrebbe pure rubato la luce per alimentare i motori di depurazione della piscina.

Il giudice Nicola Aiello

Il giudice Nicola Aiello ha condannato, in abbreviato e dunque riconoscendo uno sconto di pena agli imputati, Gaetano Amato a 6 mesi e Angelo Geloso a 4 mesi.

Il blitz è dello scorso luglio. Amato da pochi giorni era uscito dal carcere dopo avere finito di scontare una pena e si era trasferito in una villa in via TS 25, nella zona dello Zen. Non una villa qualsiasi, ma un immobile confiscato alla mafia, occupato dal figliastro Angelo Geloso.

I carabinieri durante un controllo erano stati attirati dal rumore del motore che alimentava i depuratori della piscina. Amato disse che nulla sapeva del furto di energia, mentre Geloso ha confessato. Resta aperto il capitolo sull’occupazione abusiva dell’immobile.

Probabilmente sul fatto che al primo sia stata inflitta una condanna più pesante del secondo imputato avranno pesato i suoi precedenti penali. Una tesi che non convince il legale della difesa, l’avvocato Filippo Sabbia che farà appello.

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