La nave e la rotta dell'hashish L'armatore maltese a giudizio

La nave e la rotta dell’hashish|L’armatore maltese a giudizio

Il processo a carico di Paul Attard si aprirà il prossimo anno. Un filo conduce al nome di Daphne Caruana, la giornalista uccisa nel 2017.
TRAFFICO INTERNAZIONALE
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CATANIA – Rinviato a giudizio. Paul Attard, l’armatore maltese che nel porto di Marsa bisbigliano con timore, il prossimo 8 giugno 20121 dovrà presentarsi davanti al Tribunale di Catania per difendersi dall’accusa di traffico internazionale di droga. Il gup ha rigettato l’eccezione sul difetto di giurisdizione ed ha accolto la richiesta di processare Attard avanzata dal sostituto procuratore della Dda etnea Rocco Liguori.

La nave della droga

L’inchiesta è quella che scaturisce dall’imponente sequestro di dieci tonnellate di hashish trasportata nella nave “Quest”, battente bandiera olandese. Le indagini, nel 2018, sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo. 

Tutti i membri dell’equipaggio sono finiti in manette nel corso delle operazioni avvenute nelle acque a sud di Capo Passero. Tra rito ordinario e abbreviato, per gli imputati è già arrivata la sentenza di primo grado. Tutte condanne, tranne un’assoluzione. 

Paul Attard, l’armatore maltese

Il nome di Paul Attard è stato pronunciato da chi era stato ingaggiato per quel viaggio nel Mediterraneo. Nel corso di un lungo incidente probatorio gli imputati hanno raccontato la loro versione dei fatti: dai contatti, all’imbarco fino alle fasi del trasferimento del carico di droga avvenuto durante la traversata. E poi hanno spiegato i rapporti e i contatti con l’armatore maltese.

Attard, “in qualità di proprietario dell’imbarcazione “Quest” battente bandiera olandese”, è accusato di essere “l’organizzatore del traffico illecito”. L’armatore, in concorso con i membri dell’equipaggio, avrebbe “illecitamente acquistato e trasportato via mare oltre 10 mila kg di hashish contenuta in 299 sacchi di iuta a bordo della nave”.

La rotta della nave

La nave, monitorata dalla Guardia di Finanza, è partita da Malta diretta al Nord Africa. In mare aperto, tra le coste del Marocco e dell’Algeria è stato eseguito, con l’ausilio di potenti gommoni oceanici, il trasbordo del carico di droga. A quel punto è scattato il blitz delle fiamme gialle. Nella stiva i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno trovato hashish del valore di milioni di euro. 

Il filo che conduce a Daphne Caruana Galizia

Un filo invisibile, e nero, collega questo processo al lavoro investigativo di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa nel 2017. Poco prima di essere ammazzata aveva indirizzato le sue inchieste dal contrabbando internazionale di gasolio al mondo dei trafficanti di droga.

Come ricostruisce La Repubblica, in un articolo dell’ottobre 2018, il lavoro di ricerca della cronista maltese è stato proseguito dai giornalisti dell’Irpi, nell’ambito del Daphne Project. La nave Quest è partita proprio dal porto di Marsa, a La Valletta. 

La nuova rotta dell’hashish

Questa indagine ha portato la conferma del cambio nella rotta del traffico di hashish. Se prima della caduta di Gheddafi – 2011 – erano i siriani a gestirlo, da qualche anno sembra essere Malta il crocevia nel mar Mediterraneo di questo fiorente smercio di droga.

Ma non però l’isola dei cavalieri il punto di “stoccaggio”, ma la “meno rischiosa” Libia. Precisamente il porto di Tobruk, qui i traffici – emerge da diverse inchieste giornalistiche e investigative – della droga e del gasolio si incrocierebbero. E forse Daphne lo aveva capito, prima di altri.  

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