Annullata la condanna di Ferdico, si farà un nuovo processo - Live Sicilia

Annullata la condanna di Ferdico, si farà un nuovo processo

Lo ha deciso la Cassazione. In appello il "re dei detersivi" era stato condannato per mafia

PALERMO – Processo da rifare. La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con Giuseppe Ferdico era stato condannato a 9 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado era stato assolto.

Accolto il ricorso degli avvocati Roberto Tricoli, Luigi Miceli e Vincenzo Maiello.

L’avvocato Luigi Miceli
L’avvocato Roberto Tricoli

“Il fatto non sussiste”, scrisse il giudice per l’udienza preliminare Riccardo Ricciardi nel 2014. Per il re dei detersivi il pubblico ministero in primo grado aveva chiesto otto anni di carcere, dopo che per tre volte la stessa Procura aveva chiesto l’archiviazione, sostenendo non ci fossero gli elementi per mandarlo a giudizio.

La sua vertiginosa scalata imprenditoriale aveva destato sospetti. L’intero impianto contabile dal 2000 al 2010 era stato descritto come “fortemente viziato da irregolarità, anomalie, falsità che fanno molto ragionevolmente credere nell’esistenza di una contabilità parallela”. Da qui l’assoluzione che di primo grado non aveva evitato a Ferdico la confisca del patrimonio dell’imprenditore.

Dopo le prime richieste di archiviazione erano arrivate le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, i quali misero a verbale che i fratelli Stefano e Angelo Fontana avevano utilizzato le attività di Ferdico per ripulire 400 milioni di lire.

Il nome dell’imprenditore compariva pure in alcuni pizzini sequestrati a Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Si faceva riferimento ad assunzioni e pagamenti. Ferdico si è sempre definito una vittima, costretto a pagare il pizzo, anche sotto forma di assunzioni, per evitare guai.

Gli inquirenti si concentrarono sui rapporti fra Ferdico e Angelo Galatolo. Nel corso di una perquisizione in casa del mafioso dell’Acquasanta, nel 2010, furono trovati dei documenti.

Appunti in cui veniva descritto il giro d’affari di Ferdico nel 2009 e una quindicina di fatture per 200 milioni che l’imprenditore aveva pagato nel 2003 e 2004 alla Shoppers & Paper. Si trattava della ditta di Galatolo che vendeva sacchetti di plastica e carta da imballaggio.

Nel novembre del 2011 Francesco Onorato, un tempo affiliato alla famiglia mafiosa di Partanna Mondello, ricostruì i rapporti di Benedetto Marciante, mafioso di Resuttana, con i clan Galatolo e Madonia. Raccontò che “le maggiori fortune Marciante le aveva fatte attraverso la trasformazione industriale delle liscivia da cui ricavava il detersivo che poi metteva in commercio utilizzando falsi noti marchi”.

Ed ancora che “in questa attività erano investiti i soldi dei Madonia e dei Galatolo”. Per la commercializzazione Marciante si sarebbe avvalso di diversi imprenditori, “tra i quali ricordo un certo Ferdico”. Onorato aggiunse di avere saputo che dietro le attività del padre di Ferdico c’erano i soldi dei mafiosi di Santa Maria del Gesù.

L’ultimo collaboratore ad essere interrogato era stato Marco Favaloro, un tempo uomo di fiducia dei Galatolo e dei Madonia. Su di lui i pentiti Angelo Fontana e Francesco Onorato non avevano avuto dubbi: “Ha rapporti stretti con Ferdico”.

Dopo l’assoluzione la Procura fece ricorso in appello. Su richiesta del sostituto procuratore generale Umberto De Giglio arrivò la pesante condanna condanna.

Pochi mesi fa Ferdico è stato condannato a sei anni e mezzo in un altro processo per intestazione fittizia di beni. Avrebbe di fatto continuato a gestire un supermercato e il centro commerciale Portobello di Carini nonostante gli fossero stati confiscati.


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