Wedding e cerimonie a numero chiuso. La protesta degli imprenditori

Wedding e cerimonie a numero chiuso, protestano gli imprenditori del settore

La ripresa dopo il lockdown e ora la nuova stangata.
LE RESTRIZIONI
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6 min di lettura

CATANIA – Matrimoni e cerimonie, a richio comparto milionario. Tornano a gridare i wedding planner e, in generale, gli imprenditori del settore di fronte alle nuove regole imposte dal governo per contenere la pandemia da Covid 19.

Le preoccupazioni

Un nuovo Dpcm che pesa come un macigno sulla testa di un milione di occupati, di cui 700 mila solo stagionali, la cui unica fonte di sostentamento è il lavoro nel settore wedding ed eventi. Un insieme di norme ancora più restrittive, quello firmato martedì 13 ottobre dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, che, senza l’adozione immediata delle dovute misure preventive, sta già segnando, ora dopo ora, il tragico destino dell’intero comparto wedding nazionale, quasi polverizzato del tutto.

 Italian Wedding Industry

È con queste parole che, unanime, il movimento spontaneo, Italian Wedding Industry, partito dalla Sicilia e divenuto poi nazionale, con la promozione di Barbara Mirabella esperta del settore wedding e grandi eventi e degli imprenditori Umberto Sciacca e Luca Damiani, torna a farsi sentire, deciso più che mai a salvare le sorti di un settore che, dopo aver perso 10 miliardi di fatturato diretto, sta per “dire addio”, definitivamente, alla leadership mondiale che aveva guadagnato negli ultimi 25 anni. 

I numeri

Stime alla mano, nel 2020 in Italia, erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi, che si dovevano dividere tra 7,3 miliardi circa per i matrimoni italiani e 2,7 miliardi per i matrimoni stranieri. A tal proposito, non servono ragionamenti matematici, per rendersi conto del livello di allarme da parte di chi, dopo la quarantena per il Coronavirus, stava provando a rialzarsi, ma che non dispone degli strumenti necessari per affrontare un’ulteriore crisi economica, determinata dall’osservazione delle nuove regole dettate dal Governo.

La filiera

“Un fallimento è per sempre – dichiara Barbara Mirabella – e non c’è più tempo per le parole: l’intera filiera ha bisogno di aiuti concreti per prevenire l’ecatombe definitiva del comparto del matrimonio e degli eventi. Durante il lock-down ho messo tutta la mia esperienza anche a servizio di questo settore strategico, del quale conosco le grandi capacità e le imponenti ricadute sul territorio, oggi azzerate dalle decisioni affrettate e incoerenti del Governo. Il movimento Italian Wedding Industry, è attivo da marzo per cercare di ottenere un tavolo di confronto, ma, in questi lunghi mesi, ogni nostra richiesta ed istanze ufficiali sono state ignorate. Ad oggi, non abbiamo alcuna intenzione di fermarci: è stata formalizzata una richiesta di incontro con il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che, unico tra i governatori regionali, ha mostrato lungimiranza e pragmatismo, erogando, qualche settimana fa, il “Bonus matrimonio”, con il virtuoso obiettivo di incentivare gli innamorati a organizzare i festeggiamenti del loro giorno del “sì”. Non possiamo lasciare che Roma infligga il colpo letale alla wedding e event industry, senza un tavolo di concertazione, né paracadute per le imprese. È all’insegna del fondamentale valore dell’equità tra i diversi settori produttivi, che l’intera filiera chiede di ricevere lo stesso trattamento di chi, ad esempio, viaggia in aereo: se è consentito che due persone sconosciute siedano vicine a bordo di un aeromobile, siamo convinti che i professionisti del settore possano garantire condizioni igienico-sanitarie necessarie per organizzare dei matrimoni a cui partecipano più di 30 persone, numero ad oggi consentito”.

Le perdite

Celle frigorifere stracolme di cibi per i matrimoni di questo weekend, migliaia di fiori freschi, acquistati per diventare splendidi addobbi, ma adesso destinati ad appassire nel silenzio; centinaia di camerieri, ingaggiati per indossare la divisa di sala, rimasti senza un futuro; musicisti con strumenti e spartiti già definitivi, che non potranno suonare; abiti da sposa, esposti con trepidazione in casa, privati della possibilità di splendere davanti agli occhi delle persone amate; migliaia di euro spesi che il Governo ha polverizzato, riducendo, senza prevedere un tempo minimo di preavviso, a 35 invitati la capienza nei matrimoni. Sono ore molto critiche quelle che stiamo vivendo e che, IWI, auspica portino ad una resa dei conti, con delle manovre brusche, verso la salvezza.  Atelier, società di catering, location per eventi, organizzatori d’eventi, agenzie di viaggi, musicisti, parrucchieri e ancora fiorai… non sono solo alcune delle aziende raccolte in asettici elenchi, ma persone, imprenditori in carne ed ossa che, con le loro corde vocali, ormai quasi definitivamente logorate, continuano a urlare stremate, un’ultima volta “Non lasciateci soli”, prima di sprofondare nella povertà per sempre.

Melilli e Cannata

Luca Melilli e Franco Cannata, coppia di stimati allestitori di matrimoni in Sicilia e wedding planner internazionali, si scagliano contro il Dpcm del Governo nazionale: “questo è un ennesimo colpo al fianco di un settore già stroncato dal primo lockdown. Giusto imporre regole e responsabilità, ma non si può giocare con la vita, i sentimenti, il portafogli e l’equilibrio mentale delle persone” – affermano.

La difficile ripresa

“Stavamo cominciando a respirare un po’ d’aria pulita dopo le preoccupazioni del lockdown nazionale – affermano. Il nostro comparto è fatto di programmazioni, non di last minute. Ed ecco che ci ripiomba addosso un nuovo macigno – spiega ancora Luca Melilli, che con Franco Cannata dirige Panta Rhei Wedding – Ovvio, non chiediamo che le restrizioni vengano allentate, tutti noi vogliamo contrastare la pandemia e siamo ligi alle regole, ma fissare a 30 il numero massimo di persone che possono partecipare a feste conseguenti cerimonie civili o religiose non ha alcun senso o valore scientifico-sanitario, ma rappresenta un vero e proprio lockdown per i matrimoni. Sarebbe stato più semplice se il governo ci avesse detto direttamente di chiudere le nostre aziende”. 

Il post lockdown

Franco e Luca in questi mesi hanno cercato di riorganizzare la loro impresa con grande fatica perché il grosso del lavoro di un wedding planner è quello di mettere in contatto gli sposi con la location, il catering, il truccatore, il fiorista, i musicisti, chi fa le bomboniere e altre figure ancora. In questi mesi hanno perso centinaia di migliaia di euro di caparre e si sono dovuti trasformare in psicologi per consolare spose e madri delle spose, facendole sentire sicure che il loro matrimonio si sarebbe prima o dopo svolto. “Ma non è tutto – racconta ancora Luca – dopo aver riprogrammato tutti i matrimoni del 2020 nel 2021, a fine estate molte spose hanno deciso di ritornare sui loro passi e riprogrammare il matrimonio per l’autunno, visto che la situazione lo consentiva, quindi adesso ci troviamo con matrimoni che si devono svolgere a breve e sposi che non sanno cosa fare. Ovviamente questo si ripercuote negativamente su tutto il settore e l’indotto. 

Le richieste

Chiediamo di poter organizzare e svolgere i matrimoni, nella massima sicurezza e con le dovute precauzioni, magari considerando di caso in caso le dimensioni delle diverse location e non in maniera assoluta considerare un evento con 31 invitati, un matrimonio “fuori legge”. Noi siamo i primi a chiedere misure serie e forti per il contenimento della pandemia: abbiamo proposto ad esempio di aumentare da 1 a 2 metri il distanziamento interpersonale in occasione di Eventi, ma il Governo non ci ha ascoltato. I matrimoni sono stati programmati prima del varo del nuovo Dpcm, gli sposi sono già in Chiesa: che facciamo, li rimandiamo a casa quando si presentano con parenti e amici al ricevimento per festeggiare il giorno più bello della loro vita?”. “Il Dpcm ha imposto limiti rigorosi – conclude Melilli – ma non ha nemmeno accennato ad indennizzi per imprenditori e sposi”.

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