Coronavirus e rabbia sociale: "Chi sono i nuovi poveri"

Coronavirus e rabbia sociale: “Ecco chi sono i nuovi poveri”

Il responsabile della comunità di Sant'Egidio Emiliano Abramo lancia l'allarme.

CATANIA – Numeri che potrebbero sfuggire di mano. Migliaia di persone per le quali potrebbe non esserci una risposta immediata. I nuovi poveri, fiaccati dalla pandemia e dalle misure prese per contenerla sono destinati a crescere. E anche di molto. Ne è convinto Emiliano Abramo, responsabile della comunità di Sant’Egidio.

L’allarme

Abramo, forte dell’esperienza della scorsa primavera, lancia l’allarme sulle conseguenze delle chiusure imposte dal governo per contenere la diffusione del coronavirus, che ancora fa registrare tantissimi positivi ogni giorno. In primis la rabbia, latente e pronta a scoppiare, come dimostrato nel corso della manifestazione di piazza organizzata domenica scorsa da ristoratori ed esercenti della ristorazione. “La situazione è tesa – afferma Abramo. C’è un clima di rabbia diffusa, dal quale bisogna partire. Lo troviamo in tutti gli angoli della società e se le istituzioni non decidono di ascoltare questa rabbia, di stare vicine ai poveri, lo farà la malavita”. 

I numeri della povertà

Migliaia di persone potrebbero presentarsi alle porte della comunità di Sant’Egidio. Molte di più della scorsa primavera. “A marzo, durante il lockdown, donavamo la spesa a circa 400 persone, che a fine aprile erano già tremila – continua Abramo. Numeri importanti che al prossimo giro di vite potrebbe peggiorare e che, a quel punto, potremmo non sostenere più. Stiamo lavorando molto – assicura – ma dall’altra parte è difficile servire un popolo di gente arrabbiata”. 

Il nodo ristoratori

Anche chi ha un’impresa, chi ha investito ad esempio nella ristorazione, in questo momento, potrebbe arricchire la schiera di chi ha bisogno di aiuto. Abramo conferma gli allarmi delle associazioni di categoria. “Dallo scorso lockdown troviamo ristoratori e commercianti in fila per ritirare la spesa – prosegue- per loro e per i dipendenti. Sono anche loro i nuovi poveri e da tempo sappiamo che bisogna temerne la rabbia – ribadisce Abramo. Condanno la violenza sotto ogni forma ma anche l’abbandono della gente in difficoltà. Riprendiamo una visione unitaria, uno sguardo largo e pensiamo a interventi economici e solidali, sapendo che non ci si salva da soli”.

“Non è tempo di divisioni”

“Non è il tempo di divisioni ma dell’ascolto”. Ne è convinto il numero uno della comunità di Sant’Egidio in Sicilia che chiede ai governanti di “Fare discorsi seri e non disperdere denaro pubblico”. “Ho parlato con l’assessore regionale alla Famiglia, Antonio Scavone e con quello comunale ai Servizi sociali, Giuseppe Lombardo. Ho chiesto loro di pensare a provvedimenti che possano sostenere le esigenze alimentari di questo periodo. Di di trovare fondi per l’acquisto solo di alimentari, sapendo che in Sicilia c’è una rete di persone che potrebbero aiutare e che è tra le prime regioni d’Europa per cattiva alimentazione. Ho trovato disponibilità da Regione e nei Comuni con i quali ho interloquito”.

Il vero nemico è il Covid

Abramo invoca l’unità sociale, unico rimedio contro le conseguenze della pandemia. Rispetto delle regole, dunque, al primo posto. “Il vero nemico è il Covid – tuona – le cattive abitudini che ritardano la ripresa economica, l’assenza di ammortizzatori che portano alla chiusura di molte attività. Serve un tavolo di concertazione che coinvolga tutti”. Il rischio è non riuscire a tenere la piazza. “O si trova un dialogo reale, intercettando la rabbia – sottolinea Abramo – o sarà difficile tenere aperti anche i centri di distribuzione”. 

Gli anziani

Da non sottovalutare il nodo anziani. Spesso soli e senza mezzi, alcuni rinunciano a uscire per paura di contagiarsi. Altri perché positivi. “Sono già sei le coppie di anziani positive al Covid e che non ricevono assistenza per mangiare, per comprare le medicine – spiega ancora Abramo – a alle quali portiamo generi alimentari. Altri restano in casa per paura e non vanno neanche a fare la spesa, per cui ci troviamo a un doppio problema”.

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