Agrigento, l'Asp: "Casi a macchia di leopardo al San Giovanni Di Dio" - Live Sicilia

Agrigento, l’Asp: “Casi a macchia di leopardo al San Giovanni Di Dio”

La nota dell'azienda sanitaria provinciale

AGRIGENTO – Situazione difficile all’interno dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove nelle ultime ore sono emersi nuovi contagi da Covid-19 in almeno cinque reparti. I nuovi positivi riguardano non soltanto pazienti ma anche medici e personale sanitario nei reparti di medicina, cardiologia, pronto soccorso, ortopedia e patologia clinica.

L’Asp di Agrigento, con una nota ufficiale, ha confermato di aver “rilevato casi positivi a macchia di leopardo fra i pazienti di alcuni reparti della struttura. Gli stessi pazienti sono stati immediatamente posti in isolamento e trasferiti presso il reparto di medicina-covid mentre gli ambienti interessati sono già stati sottoposti a sanificazione come da protocollo.” Contagi che riguardano, come detto, anche medici e infermieri: sedici tra loro sono risultati positivi al tampone da inizio novembre e per questo posti in isolamento. I sanitari sono asintomatici o paucisintomatici. In mattinata l’Asp di Agrigento ha disposto la chiusura totale degli accessi ai visitatori e il divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa e accettazione del Pronto Soccorso. E adesso serve un’accelerata per quanto riguarda il Covid-Hospital di Ribera, centro individuato già da tempo come polo per i positivi dell’intera provincia: “Si lavora alacremente e a ritmi intensi all’ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera per l’attivazione di sessanta posti letto destinati a fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 (dieci posti di terapia intensiva, dieci di sub-intensiva e quaranta di degenza ordinaria) – spiega l’Asp di Agrigento – Si tratta di interventi avviati dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento nell’ambito dell’emergenza Coronavirus in Sicilia per i quali ieri mattina, nel corso di un sopralluogo a cui hanno preso parte il commissario straordinario ASP, Mario Zappia, ed il responsabile dell’”Ufficio speciale per il commissario delegato del piano nazionale”, Tuccio D’Urso, è stato verificato l’avanzamento dei lavori.”

E nelle ultime ore è intervenuto con un duro comunicato l’ex sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che ha definito “al limite” la situazione all’interno del nosocomio agrigentino: “È tutto sotto controllo? No, non lo è. La curva dell’epidemia non accenna a scendere. Questo è già il livello di crisi mentre i numeri continuano a crescere. Che cosa si aspetta? Quali altri segnali si attendono per adottare misure più restrittive? Le scuole devono essere chiuse, perché il virus viaggia anche tra asintomatici. Altre restrizioni vanno adottate subito almeno nelle zone più a rischio assembramento. Sarò felice di dire di essermi sbagliato, quando si affermerà, come spero, che non era necessario tanto allarme. Ma al momento le rassicurazioni non bastano. Serve coraggio e responsabilità. Prima la salute, poi il resto.” Proprio questa mattina davanti l’ospedale di Agrigento si è tenuta una manifestazione organizzata dalle sigle sindacali a sostegno dei lavoratori della sanità, impegnati in prima linea nel contrasto alla seconda ondata di contagi di Covid-19. “Pubblico per il pubblico, lavoratori uniti per dare cure e servizi ai cittadini” è lo slogan che unirà tutti i presidi d’Italia.

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