Avvocatura, "Dati allarmanti, lavoriamo con angoscia" - Live Sicilia

Avvocatura, “Dati allarmanti, lavoriamo con angoscia”

Il penalista Francesco Antille durante questa seconda ondata ha inviato diversi esposti per la situazione in Tribunale.

CATANIA – Il mondo della giustizia ha rallentato, ma non si è mai fermato. Il fiume del “diritto” tra indagini, udienze, procedimenti e depositi continua a scorrere. Magari più lentamente, ma non c’è una diga che può bloccarne il flusso. Gli avvocati di Catania però si sentono gettati nella tempesta senza una scialuppa di salvataggio. In balia del corso delle correnti. Ma convivere con il virus – lo hanno detto in tutte le salse (al di là dei negazionisti e dei complottasti) – significa attivare una serie determinata di “protezioni”. E tra queste c’è la distanza ed evitare assembramenti. Piccole cure che però l’avvocatura catanese – almeno una buona fetta – non vede realizzate in modo totale al Tribunale di Catania. Esempi di meticolosità e precisione ce ne sono e anche tanti. Ma è quell’eccezione, forse fonte di superficialità, che rischia di far cadere gli sforzi della maggior parte di ‘attori della giustizia catanese”. Indossare la toga ogni giorno riempie l’animo di incertezze, come racconta l’avvocato Francesco Antille, autore di esposti durissimi nell’ultimo mese.  

Avvocato, quando va in udienza ha paura?

Non c’è dubbio che si lavora con grande angoscia e preoccupazione. I dati sono allarmanti (decine di migliaia di morti e contagiati , milioni in tutto il mondo,  parlano da soli ). I libri di storia si occuperanno tra qualche tempo di questo disastro epocale . Lavorare in ambienti chiusi e spesso senza possibilità del rispetto delle misure precauzionali è veramente pesante. Per non parlare delle conseguenze economiche che colpiscono i più deboli e soprattutto i giovani avvocati, rispetto ai quali ho visto farsi molto poco.  

Che clima si respira in tribunale. La notizia della morte di colleghi per Covid-19 come è stata sentita?

Il clima che si respira in tribunale è proprio quello che ho descritto. La morte di avvocati colpiti dal virus, anche giovani e con famiglie e collaboratori contagiati, ha segnato per sempre le nostre esperienze. Il dolore è autentico al pari del senso di impotenza. Pensi che qualcuno ha anche osato pensare che le richieste di cautela di certi avvocati fossero addirittura strumentali.  Purtroppo la cronaca e la storia si sono già incaricate di respingere al mittente certe illazioni; ma per fortuna sono stati in pochi. Anche se tutti sappiamo che  il virus spesso si accompagna alla superficialità e alla negligenza. 

Le udienze davanti al Giudice di Pace sono state sospese. Una decisione giusta quella del presidente del Tribunale? 

Il Presidente del Tribunale e i capi degli uffici direttivi hanno  adottato le misure reputate urgenti e opportune . Ci attendiamo un provvedimento speciale ed urgente anche per i locali di via Francesco Crispi. La Camera Penale ha dovuto indire una astensione per fine mese al fine di segnalare la gravità della situazione.

La Camera Penale ha annunciato la prossima astensione.

Astenersi significa usare il linguaggio forte del disagio e della preoccupazione. Vi sono aule non sanificate; talune con finestre antiche e poste molto in alto; altre inidonee a creare un vero e proprio ricambio . Pensi che in estate si è giunti a consentire i rinvii dei processi  per il solo caldo; immagini adesso. 

Cosa significa operare nel mondo del diritto ai tempi del Covid?

Operare oggi significa dovere fronteggiare preoccupazioni, disagi, pericoli  (per la salute e la vita) del tutto nuovi e imprevisti. Ecco perché occorre fare molta attenzione e altrettanta prevenzione. Gli assembramenti sono il vero veicolo diffusivo del virus.

La giustizia non si può mettere in quarantena. Però si possono trovare soluzioni per garantire sicurezza?

Certamente. Un’eccezionale organizzazione delle udienze che dovrebbe essere rispettata da tutti i giudici consentirebbe un impatto positivo circa la prevenzione. Purtroppo le situazioni, evolutesi in modo frenetico, non sono state fronteggiate in modo organico ed unitario nonostante gli sforzi.

I Dpcm nascono come i funghi. Ma una linea direttiva unica e nazionale per il mondo dei tribunali forse è mancata? 

Devo rispondere di sì. L’avvocatura e non solo essa attendeva decisioni immediate, valide per ogni Foro. Il Governo pare abbia dimenticato i decreti legge se non per organizzare aspetti marginali del rapporto tra operatori del diritto e utenza sociale. La verità è che al momento si è in grande ritardo su molti fronti e questo ritardo si paga con il sacrificio di vite umane.

Questa pandemia ci insegnerà qualcosa?

Sicuramente. Ci insegnerà a capire come un minuscolo nemico invisibile può distruggere molto di più di una bomba atomica; ci insegnerà che forse sarebbe meglio privilegiare i valori autentici dell’umanità rispetto a quelli meno importanti e più effimeri. La solidarietà, secondo me, dovrebbe essere la nuova frontiera del futuro, almeno me lo auguro. La storia ci insegna che dalle grandi crisi spesso si riesce a venir fuori temprati meglio e con nuovi entusiasmi e prospettive. Non possiamo che auspicarlo . Per adesso dobbiamo restare consapevolmente in trincea. La ricostruzione non dovrebbe essere lontana ma, al momento, non è vicina.    

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