Covid rallenta screening oncologico "Cancro non va in pensione" - Live Sicilia

Covid rallenta screening oncologico “Cancro non va in pensione”

La presidente della Lilt Catania, Aurora Scalisi: "Meno esami si tradurrà in aumento dei tumori".
GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA
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4 min di lettura

CATANIA – Mentre il Covid corre a ritmi galoppanti e i reparti di Malattie Infettive e i Pronto Soccorso sono in saturazione, il sistema sanitario catanese cerca di attrezzarsi per affrontare la coda della seconda ondata delle pandemia e di farsi trovare più pronto alla (già annunciata) terza mareggiata di contagi. Ma da settimane, ormai, è stato lanciato l’allarme dal mondo medico e clinico “extra-covid”. In particolare sono le fondazioni e associazioni che si occupano di prevenzione oncologica a manifestare “preoccupazione”. 

“Altre patologie non vanno in vacanza”

“Ricordiamoci che le altre patologie non sono andate in vacanza”, non ci gira intorno Riccardo Spampinato, medico e sindacalista del Cimo. “Un settore come quello della prevenzione oncologica è rallentato e in alcuni casi addirittura fermato. Alcuni interventi ritenuti non urgenti o prioritari sono stati rinviati”, spiega ancora.

“Prioritaria l’assistenza Covid”

In una nota inviata dal Dipartimento Pianificazione Strategica dell’Assessorato alla Salute, datato 6 novembre 2020, si legge testualmente che “alla luce dell’attuale situazione epidemica appare necessario riorganizzare l’attività ospedaliera delle strutture in atto prioritariamente dedicate all’assistenza ai pazienti covid, anche al fine di ottimizzare le risorse di personale”.

Il documento della Regione

E poi dopo le indicazioni relative all’organico e alla riconversione dei reparti, si evidenzia che “allo scopo di soddisfare il potenziale incremento delle necessità di ricovero e di limitare i flussi di pazienti all’interno delle strutture di assistenza, si invitano” i vertici sanitari “a riprogrammare le attività di ricovero ordinario e in Day-Hospital e DS da considerare clinicamente differibili in base a valutazione del rapporto rischio-beneficio”.

I ricoveri “procrastinabili”

Sono indicati come “non procrastinabile” i ricoveri in regime di urgenza, elettivi oncologici e elettivi oncologici con classe di priorità A. Nell’elenco del “procrastinabile” vi sono i ricoveri elettivi non oncologici di priorità B e C (“Questi casi – si legge nella comunicazione della Regione – verranno valutati singolarmente dal Direttore Sanitario e dai Direttore delle Unità Operative di affluenza della lista di attesa in base alle caratteristiche cliniche”); ricoveri elettivi classe di priorità D. 

“Le prestazioni dovranno essere riprogrammate non appena possibile”, conclude la nota firmata dal dirigente generale Mario La Rocca, ultimamente finito al centro delle polemiche per gli audio “sui caricamento dei posti letto” nella chat “Avengers”. 

“Appena possibile”. Un tempo incerto e ad oggi che non è possibile definire. Perché vaccino o non vaccino non si hanno ancora gli strumenti per definire quanto l’emergenza Covid-19 sarà archiviata. E poi va detto che “urgente non vuol dire non necessario”. 

Gli interrogativi del sindacato dei medici

“Ma una persona che è malata ed aveva programmato un intervento chirurgico e se lo ritrova improvvisamente rinviato come si sente?”, si chiede Spampinato. “Ci stiamo rendendo conto? Riflettiamo sul fatto dopo il coronavirus affronteremo un disastro sanitario per le altre patologie?”, sono gli interrogativi dell’odontoiatra che ha dedicato la sua attività al servizio dei disabili. 

I dati della Lilt Catania

Garantiti gli interventi oncologici, dunque, ma c’è purtroppo sta pagando un caro prezzo la screening per il cancro. I dati raccolti dalla Lega Italiana Lotta ai Tumori  sono precisi. “La partecipazione agli screening oncologici nei primi 5 mesi del 2020 conta un milione e mezzo di esami in meno – spiega a LiveSicilia la dottoressa Aurora Scalisi, presidente Lilt Catania – rispetto allo stesso periodo del 2019 e questo si tradurrà negli anni a venire in un aumento notevole di cancri della mammella, del collo dell’utero e del colon retto: nello specifico, per ciò che riguarda il cancro della mammella, ci saranno almeno 2000 casi in più (dati Osservatorio Nazionale Screening), alcuni dei quali, purtroppo, saranno diagnosticati in fase di malattia avanzata”

L’arma della diagnosi precoce

“Il cancro non va in pensione. La preoccupazione è reale”, argomenta ancora Scalisi. La diagnosi precoce è la più forte arma “contro alcuni tipi di tumori come quello al colon retto, alla mammella e al collo dell’utero”. 

Rinvii e rallentamenti nella prevenzione

Purtroppo una fetta di popolazione quest’anno è rimasta fuori dallo screening per svariati motivi. Se dopo il primo lockdown totale c’era stata una ripresa se pur lenta, la seconda ondata ha portato nuove ripercussioni. “Non solo lo screening anche alcuni richiami non sono a regime”, afferma la presidente Lilt.

Diversi fattori portano ritardi e rinvii. “Evitare gli assembramenti fa scendere il numero di inviti allo screening, se prima in un giorno andavano in 100 ora si va in 10,  poi c’è chi ha paura del contagio e quindi rimanda”, spiega Scalisi.

Anche il lavoro ambulatoriale ha avuto delle ripercussioni dovute al potenziamento dei posti letti Covid e all’esigenze di impiegare personale sanitari nei reparti dedicati ai positivi da coronavirus. “Voglio assicurare che sono garantiti tutti gli interventi oncologici, ma lo screening non è un fattore da sottovalutare e dimenticare”. 

Il Covid non ferma le campagne Lilt

Intanto la Lilt non ferma le campagne di sensibilizzazione. “E’ importante sottoporsi al test “giusto” nel momento “giusto”. 

In questi ultimi mesi sono state avviate diverse iniziative. “La “Campagna Nastro Rosa LILT For Women” lascia il passo alla campagna nazionale di novembre “Percorso Azzurro – LILT for men” che si prefigge i medesimi obiettivi per la prevenzione oncologica maschile, soprattutto relativamente al cancro del testicolo e della prostata”, conclude Scalisi. 

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