Emergenza 'munnizza', ma non è colpa del Covid - Live Sicilia

Emergenza ‘munnizza’, ma non è colpa del Covid

Un problema che non è più tollerabile.
SEMAFORO RUSSO
di
2 min di lettura

Presidente Musumeci, sindaco Orlando, presidente della Rap Norata, per favore non vi affannate nel tentativo di spiegarci ognuno dal proprio scranno di chi sono le colpe, passate e presenti, riguardanti il problema mai definitivamente risolto dei rifiuti in Sicilia, a Palermo e provincia, diteci piuttosto come intendete chiuderlo una volta per tutte. Non perché di omissioni non ve ne siano state ieri e non ve ne siano oggi, difficilmente imputabili per la folle parcellizzazione delle competenze utile forse a confondere le acque, ma quando un problema assente in molti Paesi civili del mondo e in altre regioni d’Italia da noi è permanente significa che ci sono enormi responsabilità trasversali delle istituzioni, della politica e dei partiti in ogni tempo, compreso l’attuale.

A Palermo e in diverse città dell’Isola siamo di nuovo dinanzi all’incubo spazzatura con un rimpallo tra Governo regionale, Comuni e vertici delle aziende di raccolta e smaltimento che francamente ai cittadini interessa molto poco, anzi, piuttosto irritante. Il Covid-19 non c’entra. Non è più tollerabile la riproposizione periodica dei bisticci tra Palazzi mentre la “munnizza” ci arriva ai capelli, sapendo che l’emergenza dura da decenni, coinvolge ambigue convenienze di lobby private e financo l’opera della criminalità organizzata come ci rivelano le cronache giudiziarie. Non è più tollerabile la vista ricorrente di montagne di rifiuti negli angoli delle strade al netto dell’inciviltà dei cittadini purtroppo diffusa, vedi anche le basse percentuali di raccolta differenziata.

Non è più tollerabile a fronte di una tassa, la Tari, abbastanza salata pagata dai soliti “fessi” con un alto indice di evasione, indipendentemente dalla pandemia in corso, che non si riesce a ridimensionare in maniera sensibile. Dobbiamo constatare che cambiano i governi ma rimane la mancanza, soprattutto a livello regionale, di un piano sui rifiuti e sugli impianti necessari per trasformare una triste realtà maleodorante in ricchezza. Pertanto, vi preghiamo di sedervi attorno a un tavolo, non parlatevi a distanza o una tantum, lasciando in anticamera vessilli, appartenenze e orgoglio personale per ricercare insieme una strategia comune che ponga fine alla cosiddetta “emergenza rifiuti”. La collettività attende con impazienza.

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