"L'addio ai Cinquestelle inevitabile, lavoro anche per le Regionali"

“Addio ai Cinquestelle inevitabile, lavoro anche per le Regionali”

Parla l'eurodeputato Ignazio Corrao: "Ero stanco delle battaglie interne, inutile tentare di riaggiustare le cose"
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

PALERMO – Un giocattolo “rotto ormai da due anni”. La storia d’amore tra Ignazio Corrao e il Movimento cinque stelle “è ormai definitivamente chiusa” tuttavia, come scandisce al telefono l’europarlamentare nativo di Roma (ma cresciuto ad Alcamo), fresco di ingresso nel gruppo dei Verdi, “resta il rapporto con tante persone perbene che lottano ogni giorno nel movimento”. La Sicilia resta nell’agenda di Corrao, che lavora anche in chiave Regionali 2022: “Voglio dare vita a una piattaforma partecipativa in cui nessuno cerchi di imporre le sue idee: punto a proporre un’alternativa seria, partecipativa ed entusiasmante provando a mettere intorno al tavolo la Sicilia migliore, a prescindere dai partiti o associazioni di appartenenza”.

Come ha vissuto i giorni seguenti all’addio al movimento?
“È stata una settimana faticosa, ma l’abbandono al movimento è la parte finale di un percorso che andava avanti da mesi. Non è una decisione di istinto. Il giocattolo si è rotto da due anni e tanti sono stati i tentativi di aggiustarlo, ma è stato tutto inutile. Non mi andava di buttare al vento altri tre anni di mandato europeo per fare inutili battaglie interne”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso?
“Di cose sbagliate, da almeno due anni, ce ne sono state tante. Il punto finale la pagliacciata degli stati generali, una farsa. Ormai era inutile continuare a stare nel movimento e lamentarsi. Sto facendo una scelta semifolle per il mondo politico convenzionale: ho contribuito a costruire una realtà dallo 0% fino a diventare forza di governo. Oggi il movimento gestisce potere e poltrone, io invece mi rituffo nell’ignoto. Non c’è nulla di conveniente sotto il profilo personale nella mia scelta e comunque continuerò a rispettare sia il programma per cui sono stato votato che gli impegni presi”.

Il M5s è un amore definitivamente chiuso?
“Sì, definitivamente. Non c’è alcuna possibilità di interlocuzione con quella struttura, ma cosa ben diversa è il rapporto è con le persone che ne fanno parte. Il movimento ha tanti attivisti ed esponenti di punta che reputo persone perbene e che portano avanti temi giusti, purtroppo sono costretti a subire i diktat dall’alto. Per loro non c’è alcuna opzione, se non quella di accettare ciò che gli viene imposto”.

Ha sentito qualche esponente siciliano del movimento?
“Quasi tutti… Dieci anni di movimento non si buttano via. Sono state telefonate che mi hanno fatto piacere. Molte di quelle ricevute immaginavo arrivassero e altre, invece, non pensavo non arrivassero…”.

Cosa significa il suo addio in Sicilia?
“Considero gran parte degli esponenti siciliani del movimento dei miei fratelli, persone corrette. Il problema più grosso è a Roma. In Sicilia la gran parte delle persone che fanno parte del movimento si è sempre comportata bene: con gran parte di loro ho intenzione di continuare a lavorare per portare avanti tanti temi di cui il movimento si è ormai disinteressato. Loro non c’entrano con le cose sbagliate accadute a Roma. Lo stesso vale per i siciliani al governo in questo momento: tutte persone perbene che lavorano per la Sicilia e che spero tengano la schiena dritta rispetto a certe deformazioni imposte dai vertici”.

M5s e Pd in Sicilia ormai si muovono in coppia, come vede questo percorso?
“Non faccio più parte del movimento, quindi non mi interessa. Dico solo che bisognerà capire se le dinamiche nazionali non imporranno un cambiamento a questa linea. I Cinquestelle siciliani dovranno essere capaci di emanciparsi da Roma e creare un percorso per l’Isola che non sia influenzato dalle elezioni politiche. pensino a creare una alternativa valida lasciando da parte le convenienze di partito. Lo stesso dovrà fare il Pd: anche in quel partito ci sono persone perbene. Devono dare un’alternativa reale ai siciliani, fregandosene degli ordini da Roma”.

E Corrao che farà?
“Voglio creare una piattaforma partecipativa vera, in cui nessuno cerchi di imporre la propria linea, coinvolgendo sindaci, consiglieri comunali, associazioni ambientaliste e civiche, attivisti locali, giovani imprenditori e gente che ha idee e coraggio da portare avanti. Punto a usare l’entusiasmo e l’esperienza che ho maturato nei tanti anni di impegno e risultati sul territorio per dare voce e rappresentanza a chi oggi l’ha persa. Ci sono tantissime persone, forse la maggioranza dei siciliani, che hanno tanto da dire e fare ma non si sentono rappresentate da nessuno. Bisogna lavorare sodo per dargli voce”.


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